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Gli “zombie” dell'autonomia insistono: ora il referendum
di Massimo Villone da il Fatto Quotidiano del 24/12/2024
Leggiamo sul Corriere del Veneto (21.12) che il presidente veneto Luca Zaia si aspetta per il 14 o 21 gennaio una convocazione, supponiamo per il negoziato sull’autonomia differenziata (AD) già avviato con Calderoli. Il tutto mentre Giorgia Meloni vuole dimostrare l’esistenza in vita del suo governo dichiarando che il 2025 sarà l’anno delle riforme. Continua la finzione leghista che tutto va bene per l'AD. E le firme referendarie, i ricorsi delle regioni, la sentenza 192/2024 della Corte costituzionale, l'ordinanza 12 dicembre della Cassazione, l'udienza 13 gennaio in Consulta sull'ammissibilità del voto popolare, cui entro il 10 febbraio seguirà la sentenza? Secondo Zaia & C. tamquam non essent, direbbero i giuristi. Siamo al film La notte dei morti viventi. Gli zombie dell'AD sono all'opera, ma trovano nella sentenza 192 un ostacolo insuperabile: la lettura dell'art. 116.3 che riporta l'AD alla coerenza con i principi costituzionali. Con l'effetto immediato che lo shopping in stile leghista delle regioni al supermercato delle competenze è precluso. E la Corte avverte che manterrà alta la guardia. Una domanda. Con quello che è accaduto, dobbiamo forse considerare superato il referendum? No. Bisogna sostenere le solide ragioni dell'ammissibilità e prepararsi alla campagna elettorale, da subito. Il paese è a un bivio. Recuperare come priorità necessaria la riduzione di divari territoriali e diseguaglianze, uscita dall'agenda politica fin dagli anni 90 del secolo scorso. O continuare le politiche volte a privilegiare le presunte eccellenze nell'illusione di favorirne la competitività sul piano europeo e globale, assumendo divari e diseguaglianze come prezzo inevitabile. E un'alternativa sulla quale il popolo sovrano è soggetto più di ogni altro legittimato a scegliere con un voto temuto a destra, perché colpirebbe lo scambio scellerato tra partner di governo: AD alla Lega, premierato a FdI, giustizia a FI (e non solo, dopo l'assoluzione di Salvini). La prospettiva delle urne potrebbe anche incentivare una riscrittura dell'AD, da mantenere nell'alveo disegnato dalla Consulta. Ecco le ragioni del referendum, strumento idoneo a dare agli zombie dell'AD un giusto, ancorché immeritato, riposo.
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