HOME
|
ARTICOLI
|
DOCUMENTI
|
FORUM
|
COMITATI TERRITORIALI
|
INIZIATIVE
|
RACCOLTA FIRME
L'illusione della presidenza per tutta la vita
di Massimo Villone da la Repubblica Napoli del 12/1/2025
Il Consiglio dei ministri ricorre in Consulta avverso la legge della regione Campania 16/2024 sul terzo mandato per il presidente della Regione Vincenzo De Luca. Nella puntigliosa difesa della legge che il presidente ha svolto in una assemblea di veri o presunti supporter vogliamo anzitutto sottolineare la sua conferma delle posizioni già espresse. Quindi – dobbiamo intendere - vuole candidarsi comunque. Afferma, inoltre, che la Campania rimarrà nell'ambito della legalità. Pertanto - riteniamo - vorrà muoversi in base alla pronuncia della Corte costituzionale. De Luca scommette su una sentenza a lui favorevole di rigetto del ricorso. Cosa farà la Corte? Ovviamente non abbiamo oggi certezze, ma uno scenario di probabilità possiamo disegnarlo, attraverso due domande. La prima: esiste nel nostro ordinamento giuridico il divieto costituzionale di terzo mandato? La seconda: se esiste, da quale momento è produttivo di effetti? Sulla prima. Il divieto di terzo mandato esiste, ed è esplicitamente posto dalla legge 165/2004 (art. 2.l. lett. f), che si autoqualifica come legge recante principi fondamentali, sulla base della previsione dell'art. 122.l della Costituzione. La legge 165 ha - nel gergo dei giuristi - natura di "norma interposta" rispetto alla norma costituzionale. Ne segue che violare il divieto di terzo mandato posto dalla legge 165 comporta la violazione dell'articolo 122. Sulla seconda. La legge della Campania poggia sulla tesi che il divieto sia produttivo di effetti non dall'entrata in vigore della legge 165/2004, ma dal recepimento del divieto da parte di una legge regionale in un momento successivo. Se la legge regionale è approvata nel corso del primo mandato di un presidente ed è di conseguenza applicata dal turno elettorale successivo, quel mandato viene escluso dal computo dei due contemplati dal divieto e i mandati diventano tre. È così che il presidente del Veneto Luca Zaia svolge oggi il suo terzo mandato. Ma è una tesi aberrante. Basterebbe a una Regione non recepire la normativa statale per abilitare un presidente a un numero indefinito di mandati. Oppure basterebbe abrogare retroattivamente dall'entrata in vigore il recepimento già disposto per abilitare un nuovo ciclo di mandati. Presidenti a vita? Nella specie, De Luca sarebbe abilitato a due mandati che aggiungendosi ai due già svolti lo manterrebbero sul soglio presidenziale fino al 2035. Un principio fondamentale presente nell'ordinamento dal 2004 vedrebbe la prima applicazione in Campania trenta anni dopo. Anche un modesto operatore del diritto sa che quando l'interpretazione conduce ad esiti assurdi la tesi di partenza va abbandonata. Così è per il recepimento del divieto di terzo mandato con legge regionale. Mentre non hanno rilievo le considerazioni sulla opportunità o saggezza del divieto. Si possono o meno condividere, conta che il divieto esiste. E nemmeno rilevano le doglianze su altre cariche – in specie rappresentative – che non hanno analoghe limitazioni. Non è in gioco il principio di eguaglianza. Bene si coglie la particolarità di quelle che per tempi lunghi comportano poteri esecutivi e di gestione del denaro pubblico. Un elemento che la Corte costituzionale ha avuto anche occasione di rimarcare. È probabile in Consulta - a mio avviso - una dichiarazione di incostituzionalità, che è importante venga in tempi ragionevolmente brevi. Abbiamo colto notizie su possibili rinvii, nonché su ipotesi di election day. Ma ad oggi il dato certo è che nel 2025 alcune importanti regioni andranno al voto, incluse quelle in cui un ulteriore mandato ai presidenti in carica è un problema aperto. Deve essere chiaro che la politica non può fermarsi in attesa della Corte. E necessario da subito avviare i confronti che porteranno, con i propri tempi, a definire coalizioni, programmi, candidature. E De Luca? Decida ora cosa fare da grande. E' un dovere verso i suoi sostenitori, che non può trascinare in avventure senza sbocco. Pensiamo che non sia nemmeno nel suo interesse una corsa solitaria volta a portare lui e una sparuta pattuglia di seguaci a fare l'opposizione in un consiglio per sua responsabilità regalato alla destra. Sarebbe triste conferma di un cacicchismo localistico che non auguriamo alla Campania.
newsletter