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RACCOLTA FIRME
Autonomia, puntare sul referendum
di Massimo Villone da la Repubblica Napoli del 15/12/2024
Il presidente La Russa ci informa da Atreju che voterebbe per il referendum sull'autonomia. Nessun invito ad andare al mare. Sembra un'ovvietà. Che però ha avuto molto risalto nella stampa nazionale e in quella locale, in specie del Nord. Perché? Dopo la raccolta di firme referendarie, la sentenza 192/2024 della Consulta, e ora l'ordinanza del 12 dicembre della Cassazione, la destra sull'autonomia teme di farsi male. Ha cercato di sminuire le firme "prese dal divano" (copyright Calderoli). Ha persino suggerito di riscrivere restrittivamente il referendum, per il rischio di troppa democrazia. Ha poi cercato di evitare danni in Consulta. Nell'udienza del 12 novembre l'Avvocatura di Stato – portavoce in giudizio di Palazzo Chigi - ha insistito sulla tesi della inammissibilità, che, ove accolta, avrebbe evitatola pronuncia nel merito poi sopravvenuta con gli esiti che sappiamo. Dopo la Cassazione sale ora una cacofonia di voci. Si va avanti lo stesso nonostante la sentenza 192. Una sconfitta nel referendum non ricadrebbe sul governo. Spacchettare le date di votazione, per non favorire che si raggiunga il quorum. Comunque, meglio andare tutti al mare. Timori a destra, entusiasmi tra gli oppositori? Sì e no. Emiliano ci dice dalla Puglia che il quorum della metà più uno degli aventi diritto è quasi impossibile. De Luca dalla Campania ribadisce che a lui il referendum non piace. Ha presentato in Camera dei deputati l'AC 2136, che include tra l'altro il divieto di aumenti contrattuali territorialmente differenziati per scuola e sanità. Giusto. Ma è esattamente l'obiettivo della legge del Veneto n. 26 del. 29 ottobre 2024, che il governo il 9 dicembre decide di non impugnare. Che facciamo? De Pascale dall'Emilia-Romagna propone di trattare su una riscrittura del Titolo V. Peccato che non ci fosse quando ho promosso e sostenuto anche da queste pagine un ddl costituzionale di iniziativa popolare che puntava proprio in quella direzione. Giunto con 106.000 firme alla discussione in Senato, è stato bocciato dalla destra il 24 gennaio 2024 (AS764). Bisogna sempre ricordare la promessa elettorale di Meloni di "rivoltare il paese come un calzino", riscrivendone la Costituzione, le leggi e persino la storia. L'autonomia è uno degli elementi del quadro. Concorre con le altre riforme e con gli indirizzi di governo, tra cui da ultimo le precettazioni di Salvini e il famigerato ddl sicurezza. Scrive Daniela Mone su queste pagine che la legge Calderoli è oggi innocua. Non è così, perché rimane un percorso di negoziato con gli esecutivi regionali chela Lega vorrebbe proseguire, a prescindere e da subito. C'è uno scontro politico, come si evince dall'invio dell'informativa di Calderoli sulla sentenza 192 a tutti i ministri deciso nella riunione del 9 dicembre per "consentirne un esame approfondito in una prossima riunione". Proprio questa formula nel comunicato 107 del Consiglio dei ministri certifica che lo scontro c'è e che Meloni continua a nascondersi Il referendum è a oggi lo strumento più efficace di cui disponiamo per pesare sul confronto in atto. Servono invece a poco le uscite sulla burocrazia zero, che piace tanto a De Luca. Piuttosto, si attivi perché il Mezzogiorno individui un nucleo di politiche nazionali, dalla industria alle infrastrutture strategiche, essenziali per una riduzione effettiva di divari territoriali e diseguaglianze. Cosa è indispensabile che rimanga a un decisore nazionale, per politiche condivise in una complessiva par condicio tra territori? Gli segnaliamo la lettura nella sentenza 192 delle materie in cui, secondo la Corte, una autonomia differenziata è difficilmente giustificabile, e sarà sottoposta a uno scrutinio rigoroso (punto 4.4 del considerato in diritto). Ci suggeriscono l'orientamento futuro della stessa Corte. Le paure tra i referendari vanno messe da parte. In assenza di segnali di ravvedimento operoso, tacciano i pontieri a ogni costo. L'invito ad andare al mare sarà indigesto per una destra che vuole il premierato per far contare i cittadini. C'è un voto buono e uno cattivo? Noi, popolo sovrano,vogliamo il diritto di decidere del nostro futuro sempre, e non quando piace a chi comanda.
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