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RACCOLTA FIRME
Autonomia, la repubblichetta di Zaia
di Massimo Villone da la Repubblica Napoli del 13/10/2024
È consegnata alla memoria eterna della rete una lettera, in data 11 ottobre 2024, della Segreteria generale della programmazione della Regione Veneto, con cui si trasmette ai consiglieri regionali la nota del 25 luglio 2024 con cui la Regione chiede il “riavvio” del negoziato con il governo ai fini dell’autonomia differenziata (Ad). È una lettera debitamente protocollata e firmata. Dunque, non una fakenews. La lettera reca in allegato molte pagine di funzioni nelle 9 materie non-Lep indicate dalla legge 86/2024. Nella nota del 25 luglio a firma Zaia che le accompagna la Regione si dichiara pronta a indicare anche funzioni concernenti le materie di cui ai preaccordi del 2018 con il governo Gentiloni, e le materie-Lep ai sensi della legge 86. La cosa davvero notevole è che – per quel che sappiamo – un analogo documento non è mai stato messo a disposizione del Parlamento. Le notizie da molti richieste sui negoziati con le quattro regioni richiedenti – Lombardia, Veneto, Piemonte, Liguria - hanno ricevuto risposte evasive, e un elenco completo delle richieste non è stato fornito. Oggi, un consigliere regionale del Veneto può sapere più e meglio di qualsiasi parlamentare quel che in prospettiva potrebbe accadere – e forse sta già accadendo - nel nostro paese. A scorrere l’elenco delle funzioni che si vorrebbero trasferite si intravede l’identikit della repubblichetta che Zaia vorrebbe, e si comprendono meglio le reazioni di qualche ministro, che evidentemente quell’elenco ha avuto modo di conoscere. Con Tajani, che ha negato qualsiasi disponibilità per il commercio con l’estero, ha preso una posizione nettamente contraria Musumeci, argomentando che la protezione civile interagisce con la sicurezza nazionale. Chissà se quando ha parlato sapeva già della richiesta del Veneto di regionalizzare anche i vigili del fuoco (nell’elenco, punto specifico su “Antincendio”). E cosa dice il ministro dell’interno, le cui funzioni in materia di antincendi si vorrebbero attribuite all’amministrazione e al presidente della Regione? Intanto, i vigili del fuoco si sono aggiunti alla lunga lista dei contrari all’Ad. Musumeci ci informa che ritiene necessario un dibattito in Consiglio dei ministri prima di procedere. Giusto. Quel che manca sul tema dell’Autonomia è soprattutto un indirizzo di governo. O, meglio, al momento l’indirizzo lo fa Calderoli, che negozia con i “governatori” senza tenere alcun conto dell’opinione dei suoi colleghi ministri. Non è certo per caso che Zaia sente di poter rispondere in modo sprezzante che Musumeci “stia sereno, nessuno gli porterà via la scrivania”. Una citazione che nella politica italiana non porta bene al sereno di turno. Ovviamente sull’Autonomia ha sbagliato la presidente Meloni, sottovalutando le conseguenze di un’Ad in mani leghiste. Oggi, se lascia procedere Calderoli rischia lo sfascio del paese e il drastico ridimensionamento delle istituzioni nazionali - parlamento, governo e primo ministro inclusi - private di funzioni, risorse, poteri. Se cerca di frenare e invertire la rotta sull’Ad, rischia la maggioranza e Palazzo Chigi. In entrambi i casi, non avendo le risorse – lo certifica Giorgetti - per almeno fingere di ridurre divari territoriali e diseguaglianze intollerabili. Prima o poi, ogni falsa rappresentazione sull’Ad verrà meno, e questo peserà sui voti. Nel Mezzogiorno la consapevolezza crescente testimoniata dalla raccolta di firme referendarie e dai ricorsi delle regioni potrà essere un elemento decisivo. Sarà centrale la funzione della Consulta. Fa riflettere a tale proposito la notizia di agenzia (Askanews) di una intervista al presidente Barbere alla festa del Foglio. Avrebbe detto, sulla raccolta di firme online: “non sono entusiasta, ma ne prendo atto e la rispetto”. Da parte sua, sarebbe una affermazione singolare. Capiremo meglio. Preme intanto rispondere a Zaia. Ci informa (Repubblica, 10 ottobre) che nel 1400 i veneti hanno scoperto “lo stoccafisso alle isole Lofoten”. Ne trae auspici per il commercio con l’estero alla regione oggi. Troppo poco. Siamo ragionevolmente certi che la pizza napoletana batte lo stoccafisso di molte lunghezze.
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