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RACCOLTA FIRME
Autonomia, la mossa della Regione
di Massimo Villone da la Repubblica Napoli del 25/8/2024
La raccolta di firme referendarie contro la legge Calderoli ha superato il traguardo delle 500000 online. Mentre sono ai blocchi di partenza i ricorsi alla Corte costituzionale della Puglia, della Toscana e della Sardegna, cui seguirà a breve anche la Campania. Una mossa di grande rilievo politico. La destra è sull'orlo di una crisi di nervi, tradotta inizialmente in una campagna mediatica volta a dissuadere dalla firma. Un clamoroso fallimento. Vorrebbe ora rappresentare che le opposizioni ingannano il popolo italiano, perché il voto sarà di sicuro impedito dalla Consulta. Per Calderoli (Corriere della Sera, 14 luglio) il referendum è "smaccatamente inammissibile". Un atteggiamento non appropriato per un ministro della Repubblica rispetto a un esercizio di democrazia che tocca il futuro del paese. In punto di mero principio, Calderoli è ministro anche di chi firma online e ai banchetti. Forse. Invece, l'inammissibilità non è certa. Ci sono solidi argomenti per sostenere che nulla osta al quesito totalmente abrogativo, su cui avremo tempo di tornare. Intanto bisogna insistere - anzi allungare il passo – con le firme. Al tempo stesso,va ribadito che il quesito abrogativo parziale già deliberato anche dalla Campania è pericoloso e inutile, e sarebbe meglio se non vedesse affatto la luce. Si è voluto giustificare il quesito parziale come paracadute per la possibile dichiarazione di inammissibilità della Corte. Ma, nella forma nota, colpirebbe solo un punto della legge Calderoli, lasciandone largamente intatto l'impianto complessivo. L'effetto ultimo sarebbe validare sostanzialmente nel voto popolare la parte non toccata. I ricorsi invece - non ancora pubblici, ma illustrati ai media dai presidenti che in tal modo ne rendono possibile una valutazione preliminare - attaccano la legge in ogni sua parte. Il quesito parziale contraddice le impugnative e le indebolisce. Rimangono escluse dal vaglio popolare norme che in altra sede si censurano come incostituzionali. Come si spiega alla pubblica opinione? Il quesito totalmente abrogativo è l'unico coerente con i ricorsi che ora si presentano. Che sono il vero paracadute per la eventuale inammissibilità. I ricorsi colgono il punto principale: è incostituzionale lo shopping in stile supermercato che la legge 86/2024 consente per tutte le materie menzionate dall'art.116.3 (ben 23). La legge non richiede alcuna connessione con una dimostrata specificità di territorio, che pure la norma chiaramente suggerisce con il riferimento a "forme e condizioni particolari di autonomia". Si apre così a una endemica conflittualità tra Regioni perché si massimizza la possibilità che l'attribuzione di autonomia a una Regione rechi danno ad altre. I ricorsi censurano poi come incostituzionali, tra l'altro, la marginalizzazione del Parlamento e delle Conferenze tra Stato e Autonomie, la previsione in ogni Regione di una commissione paritetica con lo Stato per la gestione dell'intesa stipulata, i Lep non garantiti nel finanziamento e nell'erogazione, la norma transitoria che favorisce le tre Regioni dei preaccordi del 2018. L'attuazione prefigurata da Calderoli marcia su tempi brevissimi. Potrebbe essere utile una richiesta di sospensiva. Fin qui, bene. C'è un solo punto che lascia perplessi. Si argomenta almeno in uno dei ricorsi che l'art. 116.3, introdotto con la (legge costituzionale di) riforma del Titolo V del 2001, è incostituzionale. È vero che una antica giurisprudenza della Corte ammette in principio l'incostituzionalità della legge costituzionale. Ma il principio non ha mai trovato concreta applicazione. Non pensiamo che la Corte, mentre infuria una battaglia politica frontale, voglia entrare in un campo di sicuro minato cancellando del tutto l'autonomia differenziata su cui si combatte. Tra l'altro, l'argomento sembra offrire un assist all'addebito della destra alle opposizioni di muovere contro la Costituzione, che prevede l'autonomia differenziata. Non è così. Si attacca la lettura incostituzionale che la legge (ordinaria) Calderoli ne dà, frantumando il paese e negando eguali diritti ai suoi cittadini. Domani (lunedì 26) dovremmo sapere del ricorso della Campania, che vince per distacco nella classifica delle firme raccolte. Ci aspettiamo che si faccia valere anche sulla incostituzionalità. In molti - ancora venerdì 23 Aurelio Musi - abbiamo auspicato da queste pagine il recupero della questione meridionale nell'agenda politica del paese. Un contributo importante potrebbe venire dai ricorsi in Consulta contro l'Autonomia differenziata. Ex malo, bonum.
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