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RACCOLTA FIRME
Autonomia, quell’attacco alla Chiesa
di Massimo Villone da la Repubblica Napoli del 18/8/2024
La destra reagisce scompostamente all’inattesa valanga di firme arrivata, online e ai banchetti, per il referendum sull’Autonomia differenziata (Ad). È l’improvvisa scoperta di trovarsi su un terreno pericoloso. Il numero delle firme già raccolte e che ancora si raccoglieranno avrà di per sé un impatto rilevante sulla politica, qualunque sia il seguito. Da qui il tentativo di ridurre il danno. Si spiega così la campagna mediatica di agosto di Calderoli (Libero, 14.08, Sole24h, 09.08), in specie mirata alla asserita inammissibilità del quesito abrogativo, e quindi alla implicita inutilità delle firme. Mentre FdI tenta di montare un caso su un parroco napoletano reo di favorire la raccolta da parte dei fedeli, tra l’altro in una parte della città in cui l’idea stessa dell’Autonomia è bestemmia. Si giunge a chiedere l’intervento della superiore autorità ecclesiastica, supponiamo al fine di imporre al colpevole una adeguata penitenza per cotanto peccato. Ovviamente, non c’è stata sanzione, né poteva esserci, essendo la Cei – e non da ora - nettamente contraria all’Autonomia. Sono in tutto da condividere le critiche riportate in queste pagine all’iniziativa di FdI. Una inutile agitazione. La destra che sostiene l’Autonomia ha un problema che non può risolvere: l’assoluta mancanza di argomenti. Ripete ossessivamente che l’Autonomia è una occasione per il Mezzogiorno e in genere per le aree deboli del Paese, perché responsabilizza gli amministratori, genera quindi efficienza e risparmi, con i quali saranno possibili servizi migliori. Il tutto assistito dai mitici livelli essenziali delle prestazioni (Lep), da finanziare ed erogare nel giorno del mai. Manca qualsiasi dimostrazione, e la narrazione non convince alcuno. Non perché contrasta con quel che si legge in infiniti studi, nei dati statistici, nei conti pubblici territoriali, nelle analisi di soggetti come Bankitalia, l’Ufficio parlamentare di bilancio, l’Istat, e da ultimo anche l’Ue. Non convince perché contrasta con l’esperienza di vita di oltre venti milioni di persone che vivono nel Sud, e di chi vive nelle aree interne in tutto il paese. Nessuno è tanto stupido da credere al miraggio dei Lep o alla favola che basti responsabilizzare gli amministratori per risolvere problemi di lavoro, sanità, istruzione, mobilità, che toccano a fondo il vivere quotidiano. Quando la destra accusa i referendari di fare disinformazione e raccontare balle, è proprio la sua narrazione che appare tale a chi ascolta. Certo, le questioni non nascono con gli attuali occupanti di Palazzo Chigi. Certo, c’è una responsabilità di chi ha governato in passato. Certo, è stato il centrosinistra – sbagliando - a volere la riforma 2001 del Titolo V da cui nasce la questione Autonomia. Certo, nessuno potrebbe chiedere soluzioni immediate. Tocca però a chi oggi governa avere una proposta e attuare le politiche utili a realizzarla. Ma l’Autonomia va in direzione chiaramente opposta rispetto alle scelte che sarebbero necessarie. La crescente consapevolezza di massa è il vero fatto nuovo emerso dalla valanga di firme. Siamo sicuri che, piaccia o non piaccia a FdI, il popolo dei fedeli ha raccolto e raccoglierà le firme. È inutile prendersela con un parroco. Probabilmente anche nella Chiesa qualche pastore preferirà seguire il gregge piuttosto che guidarlo. Ma questo non cambia il più ampio contesto. Del resto, la Chiesa non è sola, come testimoniano le reazioni all’iniziativa di FdI qui riferite. I mondi contrari all’Autonomia vanno dal lavoro all’impresa, dal pubblico impiego alle professioni. È contrario il vasto mondo associativo riunito nella Via maestra. Ci dica la destra quali sono i mondi favorevoli all’Autonomia in stile Calderoli. Non se ne vede uno. E questo trova conferma nelle non poche firme che vengono dal Centro-Nord, anche se in misura minore del Sud in rapporto alla popolazione. Le reazioni scomposte certificano che la valanga di firme fa male, perché colpisce il baratto infame sulle riforme dentro la maggioranza. Partono anche i ricorsi in via principale alla Consulta di Campania, Puglia e Toscana. La reazione all’Autonomia nei prossimi mesi sarà decisiva per gli equilibri politici e la storia del paese. Firmiamo per fare la nostra parte, oggi.
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