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RACCOLTA FIRME
Autonomia la battaglia del Sud
di Massimo Villone da la Repubblica Napoli del 25/7/2024
La grave tragedia di Scampia ha indotto a rinviare la manifestazione di martedì 23 a Napoli per l’avvio della raccolta firme per il referendum. Si coglie in rete qualche dissenso, con la motivazione che l’Autonomia regionale differenziata si combatte anche per rendere tutte le Scampie d’Italia vivibili e sicure. È così. Ma la manifestazione avrebbe potuto essere rappresentata – magari in modo malevolo e strumentale - come una passerella di ceto politico e dintorni. Meglio dunque il rinvio, che del resto non ostacola in alcun modo l’effettiva raccolta delle firme. Ora lo facciamo anche per Scampia. Questo giornale, come sempre con merito, ha dato spazio all’avvio dell’impegno referendario, in specie con una intervista a Gianfranco Viesti. Il Sud è in debito con lui, che ha fatto parte fin dall’inizio della sparuta pattuglia di commandos – tra loro io stesso – che hanno acceso un faro sull’Autonomia differenziata negli anni del silenzio imposto dalla politica e dai media mainstream. Spetterà agli storici assegnare colpe e responsabilità, comunque ampiamente condivise. Conta quel che facciamo oggi. Viesti sottolinea che la battaglia vera sull’Autonomia sarà al Nord. Ha ragione, nel senso che nelle regioni del Nord si richiederà lo sforzo maggiore per rendere l’opinione pubblica consapevole degli argomenti a sostegno dell’unità del paese e contro l’Autonomia differenziata come rischio inaccettabile. Ma è probabile che quegli argomenti non siano egualmente accettati al Nord come al Sud. Non riusciremo a portare l’Italia a respingere la sirena dell’Autonomia differenziata con pari forza e convinzione in tutti i territori. È uno scenario che già si coglie. Lo possiamo trarre dai primi sondaggi sul tema, con un netto differenziale tra Nord e Sud. O dal significativo messaggio dato dal voto europeo. O dalla stampa locale, che riferisce di primi avvii di raccolta firme, ma anche di iniziative di segno opposto. O dai commenti dei militanti anti-autonomia, che raccontano la resistenza incontrata ai banchetti raccolta firme o nella distribuzione di volantini. O dalla decisione del segretario Pd di Trento che non raccoglierà firme. Del resto, già la legge costituzionale di iniziativa popolare (AS 764) promossa da me e dal Coordinamento per la democrazia costituzionale e sostenuta soprattutto dai sindacati scuola Cgil, Uil e Gilda, ebbe un risultato diverso nei vari territori. Regioni come Abruzzo e Molise raccolsero più firme dell’Emilia-Romagna. Proponeva di neutralizzare la pericolosità dell’Autonomia differenziata per l’unità del Paese e l’eguaglianza dei diritti. Giunta in Senato con 106000 firme, fu respinta in Aula dalla destra il 24 gennaio 2024. Il punto è che il Paese in qualche misura è già diviso, e chi si oppone all’Autonomia differenziata lavora per ricostruire e consolidare l’unità. Un compito difficile. Come è stato già notato, il maggiore ostacolo non è tanto oggi nel raccogliere le firme, quanto domani nelle urne per raggiungere il quorum strutturale della maggioranza degli aventi diritto che rende valido il voto popolare. Una montagna alta da scalare. Ma anche qui dobbiamo sapere che il contributo del Sud sarà decisivo. La scaleremo solo se porteremo a votare tutto il Mezzogiorno. Al Sud si aggiungerà la parte di Nord disposta a capire che l’egoismo territoriale non paga per il paese. Non sarà tutto il Nord. Peraltro, anche se non si raggiungesse il fatidico quorum strutturale, ma la partecipazione fosse comunque alta in specie al Sud, e vincesse largamente il sì, nessuno potrebbe far finta di nulla. L’evento referendario inciderebbe comunque sulla storia del paese. Quindi, nessuno pensi che non vale la pena di impegnarsi. Insistiamo piuttosto che siano perseguite tutte le strade, in primis il ricorso in via principale alla Corte costituzionale da parte di una o più Regioni. E facciamo il necessario per rendere visibile ciò che accade. Ad esempio, sulla edizione milanese di Libero, portavoce del leghismo, leggiamo (23 luglio) di una riunione in prefettura a Milano della Commissione bicamerale per le questioni regionali, guidata dal Presidente Silvestro (Forza Italia), con il presidente Fontana. Tema in discussione i livelli essenziali delle prestazioni (Lep). Ma sul sito della Commissione non c’è notizia di questa trasferta. Quindi non sappiamo cosa si è detto, da parte di chi, e con quale obiettivo. Possiamo suggerire a qualche parlamentare di opposizione o membro della Commissione di fare luce? Non vorremmo tornare all’oscurità che fu così cara alla ministra leghista Stefani al tempo del governo gialloverde.
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