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E ora De Luca ricorra alla Consulta per cancellare il ddl Calderoli
di Massimo Villone da la Repubblica Napoli del 18/6/2024
Oggi l’Italia democratica e antifascista si ritrova a Roma in una manifestazione convocata da Pd, M5S, AVS e +Europa, cui partecipano il sindacato e un vasto mondo di associazionismo. Due le ragioni. Difendere la Costituzione contro le riforme della destra, e protestare contro lo squadrismo parlamentare che ha mandato in ospedale un deputato dell’opposizione. Un episodio assai grave, che la narrazione meloniana ha rivoltato addossando la colpa a una provocazione da parte dell’aggredito. Magari con il subdolo intento di sabotare sul palcoscenico mondiale il G7 marcato Meloni. A Palazzo Chigi riscrivere la storia è voglia irresistibile. Tutto accade, invece, anche per il potente scossone dato dal voto europeo. Il Sud ha decisivamente contribuito con due messaggi. Il primo, che i fan dell’Autonomia differenziata pagano un prezzo elettorale. Il secondo, che ristabilire il dialogo tra le opposizioni e ritrovarsi in battaglia insieme può fare la differenza tra vittoria e sconfitta. La Campania, e in specie Napoli, ne danno prova. Per questo spiace, e non poco, l’ultimo fronte di guerra istituzionale. De Luca sbaglia, quando accusa Manfredi di aver partecipato a una “truffa di Bagnoli” a danno della Regione Campania. Manfredi ha gioco facile a ricordargli che Napoli è in Campania. Rimane a De Luca un solo messaggio. Il miliardo e duecento milioni di euro dovevano passare per le mani sue, e di nessun altro. Tema irrilevante per i cittadini sulla cui pelle combatte la sua battaglia. Non sfuggono sullo sfondo questioni non dichiarate, come un terzo mandato cui De Luca ancora guarda. Marco Sarracino, responsabile Pd per il Mezzogiorno, chiede su queste pagine al partito locale di non sostenere De Luca contro Manfredi. Emerge una divaricazione con il livello nazionale che in prospettiva lascerebbe a De Luca solo l’opzione di una corsa solitaria. Sarebbe sconfitto, ma impedirebbe a chiunque altro nel campo progressista di vincere. È una via che vogliamo sconsigliare. Suggeriamo un’alternativa. Con la (probabile) approvazione definitiva dell’AC1665 Calderoli da qui a qualche giorno si apre la fase dell’attuazione per l’Autonomia differenziata. Sappiamo già di negoziati tra Calderoli e alcune regioni. Esiste un solo strumento immediatamente attivabile per contrastare l’avvio: il ricorso in via principale di una o più regioni in Corte costituzionale entro i 60 giorni dalla pubblicazione della legge. Ne dispongono soltanto i presidenti di Regione. La Via maestra a guida Cgil ha scritto a tutti una lettera – a prima firma Landini - sollecitando il ricorso. Probabilmente non più di tre o quattro sono di fatto disponibili. Uno è De Luca. Questo significa che da solo il presidente De Luca, andando in Corte, può difendere gli interessi del Sud e l’unità del paese indiscutibilmente più e meglio di quanti oggi manifestano a Roma, e si avvicendano sul palco. Dia mandato all’ufficio legale di preparare il ricorso, e lo comunichi alla stampa. Guadagni così la sua nota a piè di pagina nei libri di storia.
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