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La trilogia horror delle riforme
di Massimo Villone da la Repubblica Napoli del 5/5/2024
La conferenza dei capigruppo alla Camera deciderà martedì 7 maggio il percorso ulteriore dell'AC 1665 Calderoli sull'Autonomia differenziata, arrivato in aula a grande velocità. In Senato corre l'AS 935 sul premierato. L'ultima notizia è che un ddl costituzionale Nordio di riforma della magistratura sarà presentato prima del voto europeo. Sulle anticipazioni si alza già un giustificato allarme. Ma non poteva mancare una bandierina ForzaItalia. La trilogia horror delle riforme è completa. Tutto per il baratto tra i compari di una coalizione che nel consenso popolare effettivo si ferma a circa il 25%. L'Autonomia arriva al traguardo e la maggioranza litiga sull'approvazione definitiva prima o dopo il voto Ue, per l'impatto sulla competizione elettorale tra i partners. Ma cosa ne viene nella sostanza? Se si approva prima del voto Ue, la Lega vince e pretenderà di passare rapidamente alla fase delle intese tra lo Stato e le Regioni. Se si approva dopo e la Lega cresce rispetto agli alleati, vorrà subito riprendere il cammino. Se invece non tiene il passo cercherà la rivincita, magari cambiando segretario, come suggerisce la dichiarazione di guerra di Zaia che esplicitamente nega il suo voto a Vannacci. A meno di rivolgimenti ad oggi imprevedibili per il governo, l'Autonomia differenziata non esce dall'agenda politica della maggioranza. E nemmeno cambia l'agenda di chi si oppone. Come utilizzare il tempo parlamentare ora e dopo il voto europeo? Fin qui le opposizioni hanno fatto tutto il possibile. Lo vediamo nella seduta del 29 aprile, in cui si è chiusa la discussione generale sull'AC 1665. Hanno parlato più di 50, di cui i favorevoli di Lega e Fdl si contano sulle dita di una mano. Si evince da un intervento che a un certo punto del dibattito gli esponenti della destra presenti in aula erano quattro. I parlamentari di Pd, M5S e Avs sono intervenuti in massa richiamando le censure di studiosi ed esperti e dei molti mondi contrari all'Autonomia differenziata, dall'impresa al lavoro, dalla sanità alla scuola, alla Chiesa. Per Pd e M5S un ravvedimento operoso rispetto all'ambiguità e ai silenzi che in anni passati hanno fatto danno. Un cambio di passo importante e benvenuto. Sono decisive le posizioni di oggi, perché la battaglia politica è qui e ora. Lo prova la replica di Calderoli, che elenca i vuoti luoghi comuni sui benefici per tutti dell'Autonomia differenziata. Non tiene alcun conto delle pressoché unanimi opinioni contrarie espresse nelle audizioni, né offre risposta alle domande possibili. Nulla di nuovo dice sul finanziamento dei Lep (Livelli essenziali delle prestazioni). Nulla dice sulle funzioni statali immediatamente trasferibili (184 nelle materie non condizionate ai Lep, più altre funzioni non-Lep in materie-Lep). Nulla dice sul transitorio per le tre regioni già in pista (Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna). Argomenta che solo una riforma costituzionale, come quella del 2005, può limitare le materie. Ma dimentica che un ddl costituzionale di iniziativa popolare volto anche a quel fine, promosso da me e giunto con 106000 firme alla discussione nell'aula del Senato, è stato respinto dalla sua maggioranza. Si segnala in specie un'affermazione: "Mi auguro che non ci sia mai un Governo che mette in discussione determinate materie, e quindi non avvii neanche il negoziato". Il ministro diffida Giorgia Meloni dal limitare il negoziato a tutela dell'unità giuridica ed economica e delle politiche pubbliche prioritarie, come a lei consentito dall'art. 2.2 dell'AC 1665. Ovvio, perché nel ddl è la sola norma che consenta davvero di arginare il ruolo egemone di Calderoli nella trattativa con gli esecutivi regionali per le intese. Questo suggerisce che non basta battersi sugli emendamenti. Bisogna interrogare Meloni, Calderoli e più in generale il governo su quel che segue all'approvazione dell'AC 1665. Si chieda una risposta da subito in ogni modo possibile, anche in question time. A tal fine ho postato online venti domande partendo dall'AC 1665 (download da www.coordinamentodemocraziacostituzionale.it o dalla mia pagina Facebook). Altre se ne possono individuare. Il massimo rischio per l'unità della Repubblica, l'eguaglianza dei diritti, la coesione sociale e territoriale è ora nel negoziato che conduce alle intese. Chi vuole fare cosa? Obiettivi e intenzioni in prospettiva di Meloni, Calderoli & Co. vanno esposti già nella campagna elettorale in atto. Anche ai fini del voto si deve far luce su chi vuole o tollera la divisione del paese, con grave danno - come dice Mattarella - per tutti.
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