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Mai come ora il regionalismo si è imposto alla ribalta politica
di Massimo Villone da la Repubblica Napoli del 17/2/2024
La trasferta romana di De Luca ci ha offerto scene di turbolenza per quanto ricordiamo inedite nella storia della Repubblica. Il senso politico è stato emblematicamente illustrato, per chi proprio non avesse voluto capire, da un portone di ministero sprangato. Anche in questo una prima assoluta. Fuori della porta si è lasciata una rappresentanza pur sempre di istituzioni che compongono la stessa Repubblica di cui quel ministero fa parte (art. 114.l della Costituzione). Due punti. Il primo: il linguaggio e le teatralità di De Luca possono considerarsi in buona parte inaccettabili, anche se probabilmente inscindibili dal personaggio che ha inteso costruire. Il secondo: in tanto fracasso di parole De Luca pone però problemi reali, sia per l'Autonomia differenziata che per i fondi di coesione. E se oggi si parla di più dell'Autonomia differenziata anche grazie ai suoi eccessi verbali, questo dice qualcosa sul personaggio De Luca, ma dice anche molto sulla condizione quasi comatosa della politica del nostro paese, che solo da poco ha sollevato la coltre di voluto e colpevole silenzio che aveva per anni steso sul tema. Certo, la posizione di De Luca ha dei punti deboli, il primo dei quali è la convinzione di molti che punti con le teatralità a guadagnare il terzo mandato. È bassa cucina. Ma ha forse maggiore dignità il progetto di Giorgia Meloni, che gioca il futuro del paese sullo scambio premierato-autonomia, e ora affronta la partita del terzo mandato non per il bene della democrazia e della Repubblica, ma essenzialmente perché vorrebbe un suo fedelissimo alla presidenza del Veneto? A De Luca diamo un consiglio. Raccolga la proposta che abbiamo avanzato da queste pagine di una consultazione popolare su impulso della Regione per l'Autonomia differenziata, e magari anche per le iniziative da prendere sui fondi di coesione. Una potente voce popolare di sostegno validerebbe la sua posizione, e bilancerebbe almeno in parte i sospetti sui suoi motivi. Inoltre, Giorgia Meloni ci ammannisce la favola che le sue riforme sono volte a far contare i cittadini. Mettiamola alla prova facendoli parlare. E vediamo se quel portone di ministero rimane chiuso.
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