HOME
|
ARTICOLI
|
DOCUMENTI
|
FORUM
|
COMITATI TERRITORIALI
|
INIZIATIVE
|
RACCOLTA FIRME
Comune e Regione, un referendum sull’Autonomia
di Massimo Villone da la Repubblica Napoli del 15/2/2024
E' in agenda il 21 febbraio nel Consiglio comunale di Napoli un ordine del giorno contro l’Autonomia differenziata. Un’ampia premessa riporta le censure da più parti avanzate sul ddl Calderoli (ora Camera, AC 1665), di cui questo giornale ha dato puntualmente conto. L’ordine del giorno si conclude impegnando l’amministrazione a opporsi, anche sostenendo la raccolta di firme per un eventuale referendum abrogativo. Con l’odg l’Autonomia differenziata giunge a una sede istituzionale immediatamente rappresentativa di chi subirà poi nel quotidiano vivere gli effetti delle scelte che potrebbero essere adottate. Ed è in sé un risultato importante, soprattutto considerando che il disegno della maggioranza di destra non si fermerà in parlamento. Il baratto è chiaro: Fratelli d'Italia sostiene l'Autonomia e la Lega sostiene in cambio il premierato, puntando ciascuno a piantare la propria bandierina in vista dei prossimi turni elettorali. L’ordine del giorno è coerente con le esternazioni del sindaco Gaetano Manfredi, più volte fortemente critico verso l’Autonomia differenziata. Dobbiamo però chiederci se non sia opportuno uscire dal circuito istituzionale e di ceto politico in senso stretto, con un più diretto coinvolgimento dei destinatari ultimi delle riforme in discussione: le donne e gli uomini che vivono in un paese già diviso e diseguale, nei diritti, nei servizi pubblici, nelle opportunità da lavoro, nella qualità di vita, nelle speranze di futuro. E possibile? Lo statuto del Comune di Napoli, oltre a prevedere un referendum consultivo, dispone all’art. 19 che il Comune può “consultare la popolazione su questioni di particolare importanza” di interesse comunale. Le modalità sono stabilite da un apposito regolamento. per cui (art. 20) “alla consultazione popolare prevista dall’art. 19 dello Statuto si procede previa deliberazione del Consiglio comunale”. Nella deliberazione è indicato il quesito, la popolazione cui è rivolto, e il quorum di partecipazione richiesto per la validità della consultazione. Non è dubbio che l'Autonomia differenziata possa rientrare nella consultazione disegnata da statuto e regolamento. Come è certo che una volontà popolare espressa possa vincolare l'amministrazione comunale più che un odg, anche qualora approvato in assemblea con un’ampia e solida maggioranza. Per non dire che assai maggiore sarebbe l'effetto di informazione dell’opinione pubblica e di trascinamento su altre iniziative di contrasto. Costringendo a venire allo scoperto chi vorrebbe nascondersi dietro i luoghi comuni della propaganda leghista. Proponiamo quindi che nella discussione dell’odg già in calendario, o in base a un odg separato e parallelo, il Consiglio comunale esprima la volontà di attivare ai sensi dello statuto una consultazione popolare sull’Autonomia differenziata. Ne verrebbe una sinergia con quanto sta prendendo l'avvio, a partire dalla via maestra costruita intorno alla Cgil. Il sindacato terrà a Napoli una importante iniziativa a metà marzo. Già il 9 febbraio a Bari una grande manifestazione ha visto insieme istituzioni, sindacati e società civile. Il presidente Michele Emiliano valuterà la possibilità di ricorsi alla Corte costituzionale, già proposti su queste pagine e presi in considerazione da Vincenzo De Luca, che capeggia a sua volta una manifestazione di sindaci a Roma venerdì 16 febbraio. Anche a De Luca segnaliamo la possibilità che la Regione apra a un referendum consultivo ai sensi dell’art. 14 dello Statuto, ad esempio proprio sulla possibilità di ricorsi, o per altre iniziative comunque di contrasto. Nel 2019 undici consiglieri - primo firmatario Stefano Caldoro - proposero un referendum consultivo regionale sull’Autonomia differenziata. Il 30 settembre 2019 la Consulta di garanzia statutaria, preposta alla valutazione, giudicò i quesiti in parte inammissibili, soprattutto perché tardivi rispetto a posizioni diverse già assunte dalla Regione. Se ne trae che quesiti per un referendum regionale sul tema sarebbero in principio ammissibili. In specie, un indirizzo di altro e nuovo segno preso oggi dalla Regione escluderebbe una tardività. Iniziative a Napoli e in Campania potrebbero avere un effetto di trascinamento su altre Regioni e Comuni. Molti statuti prevedono forme di democrazia diretta e di partecipazione, in generale poco o nulla utilizzate. In un contesto di crisi della democrazia possiamo trovare nell’Autonomia il momento e il tema per attivarle, con una iniezione di vitalità per la buona salute della Repubblica. E nessuno potrebbe definire turpiloquio una potente voce popolare contro il progetto in chiave leghista della destra.
newsletter