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De Luca: “Ricorso alla Consulta fermiamo la secessione in atto”
di Antonio Di Costanzo da la Repubblica Napoli del 26/1/2024
Promette: «Faremo di tutto per fermare questa truffa politica». Il governatore Vincenzo De Luca lancia così la sua mobilitazione contro l’Autonomia differenziata regionale. Per fermare il Ddl Calderoli che ha già ottenuto il via libera del Senato, De Luca annuncia «manifestazioni di piazza a Napoli, Roma e ovunque». Ma anche un «ricorso alla Corte costituzionale che inizieremo a preparare subito per essere pronti a presentarlo in caso di approvazione della legge». E sosterrà anche un eventuale referendum abrogativo: «Faremo quanto necessario per fermare questa legge disastrosa». Accolto così anche l’appello del costituzionalista Massimo Villone che su Repubblica ieri ha chiesto di presentare ricorso alla Consulta. De Luca è un fiume in piena. Si siede da solo dietro la lunga scrivania della sala giunta dove svettano due grandi cartelloni che sintetizzano la campagna: “Italia spaccata Sud tradito. Bloccare il contro risorgimento. Burocrazia zero e Italia unita”. L’ex sindaco sceriffo diventa condottiero della protesta contro «la legge che spacca l’Italia e avvia una secessione che è già in corso» e annuncia quattro iniziative di mobilitazione dedicate agli amministratori pubblici, al mondo della cultura («dove abbiamo già tante adesioni») e a quello delle imprese e del lavoro e l’ultima per burocrazia zero». E si rivolge direttamente «all’amico Calderoli», il ministro leghista che un anno fa accolse in Regione per siglare una unità d’intenti su un decentramento regionale che a De Luca, allora, sembrava interessante. Intesa poi andata in frantumi. «Chi ha deragliato non è il presidente della Campania - precisa il governatore - Calderoli dice che la sua riforma consente a tutte le regioni di partire dallo stesso piano. Allora decidiamo che quando si parte recuperiamo il divario su posti letto e personale medico con Emilia, Lombardia e Veneto. Diamo a tutte le regioni le stesse risorse del fondo sanitario nazionale. Oggi ogni cittadino campano riceve come spesa pubblica 5 mila euro in meno rispetto a un cittadino del Nord. Siamo già a un inizio di secessione». A Calderoli dice: «Si definisca chiaramente che non è possibile la stipula nelle regioni di contratti integrativi per sanità e scuola. Stabilire già adesso che non si possono fare contrattazioni regionali per personale medico e scolastico, sarebbe un minimo di chiarezza, altrimenti vuol dire che stiamo distruggendo il sistema sanitario nazionale e la scuola. È una richiesta precisa che rivolgiamo al governo: no a contratti integrativi regionali per sanità e scuola. Chiediamo questo divieto». Il presidente vuole imporre quella che definisce operazione verità: «È falso dire che il Sud è parassitismo e il Nord efficienza. Non è così». Rivolgendosi di nuovo a Calderoli ribadisce: «Se dice che la legge permette di partire dallo stesso punto a tutte le regioni, allora eliminiamo le differenze. Non si può andare alla guerra chi con le armi nucleari, chi con le pistole ad acqua». Entrando nello specifico della riforma De Luca mette in evidenza le contraddizioni sui Livelli essenziali di prestazione: «Il provvedimento si poggia su una doppia operazione-truffa basata sulla mancata copertura finanziaria della legge e sul fatto che mentre rinvia i Lep di due anni consente di partire da subito con l’Autonomia differenziata in questo modo bruciando 9 miliardi di risorse pubbliche destinate al Sud». L’invito agli altri governatori a schierarsi con lui serve anche per minare la compattezza del centrodestra: «Mi auguro di trovare in questa battaglia al mio fianco anche i colleghi delle regioni meridionali che hanno governi diversi da quello della Campania. Penso alla Basilicata, alla Calabria e alla Sicilia, spero partecipino a una battaglia che è sui contenuti e non su basi ideologiche. L’appello è rivolto a tutti quelli che hanno a cuore la Nazione. Non è la mia battaglia, ma è di tutto il Sud. Alla Meloni dico che non può più andare in tv a spendere la parola Nazione perché la nazione esce distrutta da questa riforma». Fa sua la mobilitazione contro il Ddl anche il Pd che valuta di mobilitare i circoli in tutta Italia per allestire mille banchetti contro l’Autonomia. «È una vittoria per la Lega ma una sconfitta per l’Italia. Siamo di fronte a un disegno che spacca il Paese a metà e aumenta le diseguaglianze. Il Pd, oltre a lanciare una grande mobilitazione nazionale che vedrà protagonisti i nostri iscritti, i nostri circoli, i nostri amministratori, prenderà in considerazione ogni strumento per fermarla. Anche la possibilità del referendum» afferma il deputato e responsabile Sud della segreteria nazionale Pd, Marco Sarracino. Mentre a Giuseppe Annunziata, segretario metropolitano di Napoli sottolinea: «Faremo la nostra parte e accogliamo con favore le dichiarazioni del governatore. L’operazione verità proposta da De Luca è fondamentale per tutelare l’unità e la coesione del nostro Paese». Ieri intanto la rete napoletana che fin dall’inizio ha promosso la protesta contro il Ddl ieri si è riunita alla Galleria Principe di Napoli. All’orizzonte due manifestazioni nazionali, una da tenersi a Milano l’altra a Napoli per il 14 marzo.
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