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Neofascismo, un pericolo reale
di Massimo Villone da la Repubblica Napoli del 21/1/2024
Si discute e si discuterà sulla decisione della Corte di Cassazione a Sezioni unite che ha cancellato la condanna per otto militanti di destra e ha rinviato alla Corte di appello per un nuovo giudizio. Nella cacofonia di commenti emerge una domanda: ma il saluto romano è reato o no? La legge Scelba (645/1952) proibisce la riorganizzazione sotto qualsiasi forma del partito fascista (art. 1). Punisce altresì l’apologia del fascismo (art. 4) ed in specie “chiunque, partecipando a pubbliche riunioni, compie manifestazioni usuali del disciolto partito fascista ovvero di organizzazioni naziste” (art. 5). La legge Mancino (205/1993) si ‘occupa dei crimini di odio e di incitamento all'odio. Dalle notizie di stampa si trae che la Corte ha annullato la condanna basata sulla legge Mancino, richiamando invece l'applicazione dell'art. 5 della legge Scelba. Da un punto di vista tecnico-giuridico la pronuncia della Cassazione non segna sostanziali novità. Nella sentenza 74/1958 (e vedi anche la1/1957) la Corte costituzionale affermò che per l’art. 5 della legge 645 il divieto colpisce non qualsiasi manifestazione, ma quelle che danno luogo a un pericolo di ricostituzione del partito fascista. La pronuncia è una sentenza interpretativa di rigetto che dichiara cioè l'infondatezza “nei sensi di cui in motivazione” della questione sollevata. Questo significa che la motivazione della Corte è ora scritta nell'art. 5 della legge 645, anche se non appare in Normattiva. La valutazione della pericolosità in concreto è rimessa al giudice. Può non piacere, ma questo è lo stato dell'arte. Per quanto si sa le Sezioni unite non hanno detto alcunché di diverso. Vedremo la motivazione. Ma intanto ecco una domanda: il pericolo di riorganizzazione del partito fascista si accresce o si riduce con gli eredi del passato regime a Palazzo Chigi? Il pericolo è più o meno concreto quando autorevoli esponenti della maggioranza si mostrano con ogni evidenza, e per molteplici profili, allergici alla radicata connotazione antifascista e democratica della Costituzione? Una domanda che non nasce ovviamente per l'eventuale personale coinvolgimento dei medesimi esponenti, quanto per il cambiamento di clima che si può indurre nel paese, orientando comportamenti individuali e collettivi. Il cambiamento può contare non poco, se cade nell'indifferenza. Ci possono essere episodi che vorrebbero sembrare di folklore, come il salumiere fascista che - ci informa questo giornale - celebra Mussolini anche con panini tricolori e non vota le donne. O vicende come il busto del duce per anni esposto nella generale – e colpevole indifferenza in una sala medici dell'ospedale Cardarelli. E poi c'è la vicenda assai grave di chi finisce in ospedale per la vigliacca aggressione di quattro estremisti di destra solo perché portatore di una spilla di Azione Antifascista. Non possiamo e non dobbiamo fingere di non vedere. Nella specie ci auguriamo che l'azione delle forze dell'ordine e poi dei giudici sia pronta ed efficace. Non c'è nessun legame diretto, ovviamente, tra la pronuncia della Cassazione e l'aggressione della squadraccia fascista. Ma esiste o no un degrado nella consapevolezza democratica del paese nel quale una insensibilità o distrazione anche solo apparente dell'azione punitiva dello stato può inserire un messaggio sbagliato o inopportuno? Che pensiamo dei saluti romani di Acca Larentia? Alla Camera, sul punto il ministro Piantedosi è evanescente. Veltroni sulle pagine nazionali di questo giornale dice che le democrazie sono sotto assedio, ed è una valutazione che trova spazio anche in dottrina. Un fermo contrasto è indispensabile. Ma non si blocca una deriva autocratica verso la “democratura” nelle sole aule di giustizia. I giudici concorrono, ma non sono certo delegati in esclusiva a difendere la democrazia, che deve vedere in prima linea la partecipazione democratica dei cittadini, l'impegno di partiti, sindacati, associazionismo civico, movimenti. Un buon esempio è statala raccolta di firme tradotta nella presentazione del disegno di legge costituzionale di iniziativa popolare AS764, in tema di autonomia, giunto al calendario di aula in Senato. Lo stesso vale per la raccolta di firme che ora si avvia in Campania per “Rigenera”, iniziativa legislativa popolare regionale. L'Italia affronta un tornante nella sua storia unitaria e repubblicana. Quanto accade ne è parte. Spetta a noi, senza eccezioni, fare quello che possiamo e riteniamo giusto perché il cambiamento, in ogni forma, non porti il paese su strade che non vogliamo percorrere.
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