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Regionalismo è l'ora di difendere la Costituzione
di Massimo Villone da la Repubblica Napoli del 16/1/2024
Tutte e tutti in piazza Plebiscito, oggi pomeriggio alle 16, davanti alla prefettura. Il Sud manifesta per l'eguaglianza, i diritti e l'unità della Repubblica, contro il disegno di legge sull'Autonomia differenziata che arriva nell'aula del Senato. Un disegno di legge che in larga misura le audizioni, le opinioni di studiosi ed esperti, le valutazioni di organismi indipendenti come Bankitalia e Ufficio parlamentare di bilancio, hanno condannato senza appello. Tanto da rendere realistico lo scenario in tempi relativamente brevi - se non si invertono le tendenze in atto - di una desertificazione del Mezzogiorno: perdita di milioni di residenti, invecchiamento della popolazione, fuga massiva di giovani, impoverimento generale e indebolimento irrecuperabile del sistema economico. Rimarrebbe alla gente del Sud una sola speranza: partire. Nella storia personale e familiare di molti esiste il ricordo lontano di altre partenze. Non vogliamo che quella storia si ripeta, con la sola differenza che la valigia non è più di cartone. Alle senatrici e ai senatori ricordiamo che è facile tra le tante parole di un dibattito in aula occultare scelte sbagliate, fingere di non capire, sottrarsi a responsabilità. Ma alla fine quelle parole producono effetti nella vita reale delle persone, sulla pelle di ciascuno. Così è per chi non riceve una istruzione di qualità, premessa necessaria per pari opportunità di vita. O per il malato che non trova nel suo territorio l'assistenza sanitaria di cui necessita. O per il working poor che non può permettersi di volere un figlio, perché non sarebbe in grado di mantenerlo. La resistenza popolare all'Autonomia differenziata, di cui la manifestazione del 16 gennaio è un primo passo, si radica nella consapevolezza degli effetti reali sulla vita delle persone. Effetti da assumere come base per chiamare a responsabilità nel momento del voto chi ha operato per favorirli o ha omesso di contrastarli. Ma non solo. Il senatore Francesco Boccia ci dice in un'intervista a questo giornale che il Pd punta al referendum. Un'ottima notizia, e un obiettivo che condividiamo. E che potrà trovare forza e strumenti operativi anche nella vasta realtà associativa che la Cgil ha raccolto intorno a sé nella Via Maestra. Quel che serve per la mobilitazione popolare che Marco Sarracino chiede su queste pagine. Non siamo passatisti legati al ricordo del tempo che fu. Ci battiamo qui e ora, per il presente e il futuro, nostro, dei nostri figli e dei nostri nipoti. E lo facciamo della convinzione che sia nell'interesse del Paese tutto, ben più di quel che si vorrebbe con lo scambio infame tra l'Autonomia e un premierato volto a consegnare alla storia la Costituzione del 1948 per celebrare il tempo della destra. Anche su questo dobbiamo prepararci, a partire da subito, a una battaglia referendaria. Chiamiamo il popolo sovrano, in tutti i casi, a sancire che l'Italia dell'eguaglianza, dei diritti, della partecipazione democratica e dell'unità è ancora e sempre il Paese che vogliamo.
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