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I luoghi comuni che agitano il Nord
di Massimo Villone da la Repubblica Napoli del 26/11/2023
Si è svolto a Milano il Lombardia World Forum 2023. Qualcuno potrebbe pensare che la vetrina milanese non ci interessi. Al contrario. Si afferma nella kermesse l'intento di reagire alle emergenze e di ripartire, e fin qui va bene. Ma traspare anche l'intenzione di rilanciare una questione settentrionale negli stessi inaccettabili termini declinati a partire dagli anni '90. Questo ci riguarda. Non sorprende sentire il governatore Fontana chiedere più poteri e più autonomia fiscale, temi tipici dell'Autonomia differenziata. La regione – dice - deve competere con aree europee che li hanno. Rivendica un ruolo in un amplissimo spettro di materie, dalla sanità alla ricerca, dall'ambiente all'energia, alla guerra, ai rapporti con l'Europa, con l'Africa. Con l'America Latina e con i Caraibi segnala che la regione ha già siglato dei memorandum. Quanto al resto del paese, Fontana si limita ad affermare che la Lombardia vuole continuare ad essere "locomotiva per l'intera Nazione". La tesi della locomotiva segnala continuità con il passato, insieme alla inconsapevolezza che sia necessario un aggiornamento nella chiave del Sud come secondo motore del paese, di cui ho più volte scritto su queste pagine. Traspare dall'intervento di Fontana – che si legge in rete – l'idea di una regione che si fa stato. Con lui sostanzialmente concorda il sindaco Sala, con il solo correttivo di attribuire maggiori poteri alle Città metropolitane. Fontana accetta e ringrazia, precisando però che viene prima la regione, la cui autonomia è prevista in Costituzione. Un duetto godibile. Ma almeno Sala non parla solo di Milano. Cosa che invece fa il presidente del Senato La Russa, che rilancia l'idea di una legge costituzionale speciale per la capitale morale ed economica del paese. Per trovare qualche elemento di maggiore ragionevolezza bisogna ascoltare il presidente di Confindustria Bonomi, che coglie una Lombardia in frenata, e l'impossibilità di affrontare le sfide in atto con la filosofia del piccolo è bello. Tanto che è sbagliato credere di poter vincere "basandosi sui sistemi fiscali dei singoli paesi". In fondo,ci si poteva attendere che Fontana organizzasse una vetrina celebrativa. Più importante è allora considerare che Giorgia Meloni cogliendo l'occasione del World Summit va in pellegrinaggio in Lombardia e Veneto. A Milano interviene in video, e come era prevedibile partecipa alla celebrazione della Lombardia e dei lombardi. Alla fuga in avanti di Fontana risponde con poche parole - non prive di ambiguità – sull'unità del paese. Ma preoccupa anche di più che in Veneto apre - secondo i resoconti di stampa - alla tesi di Zaia (e non solo) che i fondi non spesi possano essere dirottati a chi è in grado di spenderli. Qui bisogna essere chiari. Sono in larga prevalenza nel Mezzogiorno le amministrazioni che non sono in grado di spendere. E la soluzione non è dirottare le risorse, ma aiutare quelle amministrazioni a farne buon uso. Meloni sembra suggerire l'uso di poteri sostitutivi. Ma per definizione quei poteri si attivano quando il guaio è già fatto. C'è bisogno di sostegni che operino con tempestività e continuità prima che i ritardi si manifestino e diventino incolmabili. Diversamente, la riduzione dei divari territoriali diventa una missione impossibile, e l'eguaglianza dei diritti un miraggio ingannevole. Il Nord si muove, e mostra di voler tornare ai luoghi comuni che hanno segnato un rapporto sbagliato Nord-Sud, la debolezza delle politiche di riequilibrio territoriale, la narrazione ingannevole sull'autonomia. Il governo sembra allinearsi. Forse Giorgia Meloni non ha interesse ad aprire fronti in una fase in cui c'è da gestire le riforme, con il ddl Calderoli sull'Autonomia differenziata che la I commissione senato ha già licenziato per l'aula, mentre la proposta di premierato voluta da Fdl è appena ai blocchi di partenza. O forse vuole evitare contrasti con la parte forte del paese, che la vede in crescita e nel momento elettorale potrà rivelarsi decisiva per l'egemonia in una coalizione di governo. In ogni caso, è essenziale che il Sud riprenda l'iniziativa, e non con singole voci sparse. Vanno definiti obiettivi e strategie, insieme alle politiche e alle risorse da chiedere a governo e parlamento per realizzarli. Per essere in campo, è necessario costruire una voce comune, mobilitando istituzioni e società civile. Per questo al Sud abbiamo un estremo bisogno di buona politica. Che però non si realizza con le invettive, o più di ogni altra cosa occupandosi di poltrone, candidature, clientele.
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