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Finzioni e bugie sull'Autonomia
di Massimo Villone da la Repubblica Napoli del 23/7/2023
Il ministro Calderoli ci ha regalato uno show nel consiglio regionale della Lombardia. Con il presidente Fontana ci ha ammannito l'usuale indimostrato e indimostrabile bestiario dell'autonomismo leghista. Leggiamo (Libero, Giornale-Milano, Corriere della Sera-Milano, 22 luglio) che l'Autonomia differenziata attua la Costituzione, è un'occasione anche per il Sud, responsabilizza gli amministratori. Il ministro ripete - con minime variazioni - quel che ha sempre detto, confermando in specie che trattative e intese con le regioni (assumiamo Lombardia e Veneto, Emilia-Romagna nell'era Schlein chissà) partiranno all'inizio del 2024. Eppure, ne sono successe di cose. Le audizioni in I Commissione Senato sull'AS 615 hanno mostrato un vasto arco di opinioni contrarie, o almeno dubbiose e diffidenti. Sindacati, Confindustria, Svimez, studiosi, esperti, società civile di vario calibro e natura, soggetti tecnici autorevoli come Bankitalia e Ufficio parlamentare di bilancio hanno aperto uno scenario di insostenibilità della riforma. Il Pd, a lungo silente, ha preso posizione con la Schlein a Napoli. Da ultimo, persino voci autorevoli della Chiesa come quella di don Mimmo Battaglia si sono alzate contro. Ma Calderoli continua imperterrito a navigare controvento. Confermando il sospetto che solo il ceto politico leghista sia determinato nella richiesta di Autonomia differenziata, riflettendo sia turbolenze interne alla Lega (Corriere del Veneto, 22 luglio), sia la competizione con Fratelli d'Italia in vista delle elezioni europee. Nessuna traccia lasciano anche le dimissioni eccellenti di Amato, Bassanini, Violante e altri dal Clep (Comitato peri livelli essenziali delle prestazioni). Anzi, liberato da una ingombrante zavorra, il Clep, organizzato in gruppi di lavoro, ha prodotto i primi risultati. Sul punto, una considerazione di metodo e una di merito. Il metodo. Assistiamo oggi a un remake della ministra leghista Stefani (governo gialloverde), il cui approccio primario era occultare le carte. La ministra condusse oltre cento incontri con le regioni richiedenti (lo dice sul Giornale di Vicenza, 15 settembre 2022) di cui non fu mai data alcuna informazione o comunicazione ufficiale. Si stilarono bozze di intese mai rese pubbliche, nonostante la richiesta insistente in sede parlamentare di avere conoscenza della documentazione. Ma le notizie alla fine filtrano comunque. Conoscemmo le bozze Stefani quando una benemerita gola profonda le trasmise al sito accademico Roars. Oggi, consigliamo al ministro Calderoli di rendere pubbliche tutte le carte da subito e di propria iniziativa, perché tanto si verrà a sapere. Non dia la sensazione di volere nottetempo occultare il malloppo. Ai parlamentari consigliamo di inseguire il ministro con le richieste di riferire in aula e mostrare le carte. Alla quinta, sesta o decima interrogazione qualcosa dovrà pur dire. Così il parlamentare che vedesse poi i danni dell'Autonomia differenziata sul territorio potrebbe negare di essere stato corrivo e cercare di sottrarsi alle conseguenze. Il merito. Filtrano sulla stampa fatti e misfatti del Clep. Il punto nodale è quali funzioni possono essere trasferite subito in Autonomia differenziata, e quali invece debbano attendere la definizione di livelli essenziali di prestazioni (Lep). Fa davvero impressione che si apra per la sanità la porta al trasferimento immediato, argomentando che i Lep esistono già come Lea, (Livelli essenziali di assistenza). Vogliamo proprio fingere di ignorare che i Lea non hanno impedito persino aspettativa di vita o mortalità infantile già differenziate in misura inaccettabile? E dalla pandemia Covid non abbiamo proprio imparato nulla? Le conclusioni dei tecnici Clep rasentano l'assurdità, per la sanità e in altre materie come la scuola, la protezione civile e altro ancora. Il punto è che non si può pensare all'Autonomia differenziata senza un progetto del paese che si vuole costruire, e senza avere in premessa una lettura della unità della Repubblica. Un concetto che assume a fondamento non regolette formali, ma l'eguaglianza sostanziale. E' una domanda politica, che si può certo dire non competa al Clep. Ma allora è il Clep che non serve ad alcunché. Come avevamo sospettato. Così l'Autonomia differenziata procede tra segreti, finzioni e bugie. Un'antica saggezza napoletana suona così: a' pazziell mman'e criature. Si traduce liberamente nel senso che le cose serie non vanno messe nelle mani di chi non è in grado di gestirle. Questo è il caso del Clep. Non vorremmo che fosse anche il caso del ministro Calderoli.
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