HOME
|
ARTICOLI
|
DOCUMENTI
|
FORUM
|
COMITATI TERRITORIALI
|
INIZIATIVE
|
RACCOLTA FIRME
Sud, come fermare il disegno della Lega
di Massimo Villone da la Repubblica Napoli del 14/7/2023
Si avvia a Napoli la due giorni del Pd - maggiore partito della multiforme area delle opposizioni - sull’Autonomia differenziata. Era ora. Con anni di silenzi, balbettii e messaggi contraddittori il Pd ha testimoniato che una parte del paese l'Autonomia differenziata l'ha voluta, la vuole, la vorrebbe, in modo trasversale da sinistra a destra. Accade che a partire dagli anni ’90 la parte forte, forse dominante, del paese abbandona la priorità, sancita in Costituzione nel testo del 1948, del contrasto alle diseguaglianze e ai divari territoriali. Che vengono invece accettati come un male necessario, per concentrare le risorse disponibili sulla parte presuntivamente meglio in grado di accelerare nella competizione su scala europea e globale. Una tesi che studi e ricerche dimostrano sbagliata, e che tuttavia vince nella politica italiana. Si apre una inedita questione settentrionale e si investe sulla “locomotiva del Nord”. Questa scelta ci consegna oggi il dato di un paese che cresce poco e male, in cui Campania e Sud sono in bassa classifica in settori essenziali, come da ultimo nei test Invalsi. Un'Italia più divisa e diseguale che mai. L’unità è mera apparenza. Dunque, la domanda: l'Autonomia differenziata è la soluzione? La risposta è: certo no. E vero il contrario. Lo dicono in audizione in I Commissione Senato sull’AS 615 (ddl Calderoli) Bankitalia, Ufficio parlamentare di bilancio, Svimez, e molti altri. E maleodorante aria leghista riciclata il mantra della destra di governo che l’Autonomia differenziata conviene al Sud come al Nord. Che fare? Parte ora la battaglia sull’AS 615, con oltre 550 emendamenti, di cui una trentina di maggioranza. L'esperienza parlamentare insegna a distinguere tra gli emendamenti volti a fare numero, e quelli strategici. Su questi ultimi va investita ogni energia. Nella specie, devono puntare a due obiettivi di fondo, anticipati nella mia memoria in audizione presso la I Commissione Senato. Il primo: riportare nelle aule parlamentari le scelte di merito sulle intese tra stato e regione per i trasferimenti di funzioni statali, e sui Lep (livelli essenziali delle prestazioni) per i diritti civili e sociali, che vedono oggi il parlamento ai margini. Il secondo: introdurre limiti al trasferimento alla regione di funzioni statali essenziali per il sistema-paese, come ad esempio la scuola, la sanità, l'energia, il lavoro, le infrastrutture materiali e immateriali strategiche, dai porti aeroporti autostrade e ferrovie alla digitalizzazione, e altro ancora. Per il Sud il punto focale dell’Autonomia differenziata è quali e quanti poteri, funzioni e risorse rimangono al centro per le politiche nazionali indispensabili a ridurre strutturalmente diseguaglianze e divari territoriali. Questo per la tattica. E la strategia? Va detto che la disarticolazione della Repubblica in staterelli semi-indipendenti è possibile anche a prescindere dall’Autonomia differenziata. La sanità ha visto dissolversi il servizio sanitario nazionale senza Autonomia differenziata, per la potestà legislativa che le Regioni già hanno ex art. 117.3. Che assegna alle Regioni un vastissimo ambito di potestà legislativa concorrente. In sintesi, per una garanzia efficace e duratura della Repubblica una e indivisibile bisogna riscrivere gli artt. 116.3 e 117 Cost,, soprattutto in vista della possibile sinergia tra un vasto trasferimento di funzioni dallo Stato alle Regioni in chiave di Autonomia differenziata, e di una auto-organizzazione per segmenti del paese in macroregioni, attraverso gli organi comuni consentiti dall'art. 117.8 della Costituzione vigente. Può ben essere questo il disegno politico-istituzionale della Lega e di Calderoli. Lo vediamo anticipato nell’AS 7 del ministro del 15.03.2013, e nel’AC 758, a prima firma dell’allora capogruppo Giorgetti, del 16.04.2013. Ne ho già scritto su queste pagine. Con il Coordinamento per la democrazia costituzionale ho promosso e portato in I Commissione Senato con 106000 firme, raccolte anche grazie a questo giornale, l'AS 764, ddl costituzionale di iniziativa popolare volto a modificare gli artt. 116.3 e 117 a tutela dell’eguaglianza e dell'unità. Chiediamo alle opposizioni, a partire dal Pd, di spingere perché1'AS 615 e I'AS 764 rimangano su binari procedimentali paralleli, ancorché separati per la diversa natura, ordinaria e costituzionale. Gli obiettivi di fondo sono sinergici. Tattiche e strategie per il “greater good”. Sempre che si esca dalla palude del microinteressi personali, dinastici, clientelari che contano molto per pochissimi, e nulla per tutti gli altri.
newsletter