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Il bluff del governo sull’Autonomia: non ci sono i soldi per i servizi essenziali
di Conchita Sannino da la Repubblica del 8/12/2022
Il trucco c'è. Anche se qualcuno ha sperato, dalla maggioranza, che non emergesse. Ma sull'Autonomia differenziata si scopre ora che la definizione dei Lep - i livelli essenziali delle prestazioni per i cittadini, che la stessa presidente del Consiglio Giorgia Meloni aveva posto come precondizione, dando l'inevitabile stop all'incauta rincorsa del ministro Roberto Calderoli - rischia di essere una garanzia farlocca. Perché la norma che nella legge di Bilancio impegna l'esecutivo a fissare concretamente i livelli minimi di servizi sociali, per colmare le disuguaglianze in aree disagiate, non risulta legata ad alcuna specifica copertura finanziaria. In breve: si riafferma il concetto previsto dalla Costituzione, e ribadito da una recente sentenza della Consulta (del 26 novembre 2021), si calcola il livello dei servizi, ma senza prevedere i soldi per realizzarli. Niente risorse per sanare la frattura Nord-Sud, tra diritti di cittadinanza di prima e ultima classe. Possibile, ci risiamo? È stato prima l'Ufficio parlamentare di bilancio (l'Upb) a indicare il vulnus del percorso: lo stesso organismo di vigilanza sui conti pubblici che in più occasioni ha rilevato le gravi criticità di questa forma di regionalismo spinto, in violazione dei principi di "perequazione e solidarietà nazionale". Poi Svimez, l'associazione per lo Sviluppo industriale del Mezzogiorno guidata dal direttore Luca Bianchi e dal presidente Adriano Giannola, ha consegnato alla commissione Bilancio della Camera una memoria in cui si segnala il pericolo, oggi più di ieri, della "mancanza di meccanismi di riequilibrio dei divari territoriali". Da oltre venti anni si aspetta che il governo di turno fissi quel livello di spesa costituzionalmente irrinunciabile, per garantire diritti sociali non negoziabili (si è fissato finora solo il livello di asili nido e trasporti per disabili, gestione Carfagna). La stessa Corte Costituzionale aveva stigmatizzato "il perdurante ritardo dello Stato nel definire i Lep". Il caterpillar-Calderoli, il ministro degli Affari regionali che da solo si era battezzato così, forse in omaggio alle pressioni che venivano da Veneto e Lombardia, aveva argomentato a suo modo: non ci sono riusciti in due decenni, dobbiamo farlo noi in quindici giorni? Spingendosi a fare una promessa un po' azzardata: "L'Autonomia sarà legge entro la fine dell'anno, e prima di Natale il testo avrà il via libera del governo". Non aveva calcolato l'alt imposto da Giorgia Meloni, sull'onda di una più vasta mobilitazione: dai governatori del Sud alla schiera di giuristi ed economisti non meridionali. Una brusca frenata, per Calderoli. Che, dopo aver mal digerito le critiche di Vincenzo De Luca su questa Autonomia "affrettata , propagandistica e molto pericolosa", e aver definito il governatore "un furbacchione Masaniello", domani invece viene a Napoli a incontrarlo, proprio nella sede della Regione Campania. Per inciso: nelle stesse ore in cui suo figlio, il deputato Piero De Luca, vicepresidente del gruppo Pd alla Camera, nel presentare il pacchetto di emendamenti "contro il vuoto di proposte per il Sud nella manovra" , picchia ancora contro "la proposta incostituzionale di Autonomia avanzata da Calderoli che aumenta divari e disuguaglianze". Toni più vellutati usa, da Napoli, il genitore, che incassa un risultato più di leadership che di territorio: "È stata accettata la linea della Regione, cioè prima si definiscono i Lep, i livelli essenziali delle prestazioni, per tutta Italia e poi si definiscono i poteri. Da questo punto di vista, Calderoli ha fatto una scelta importante perché ha accettato di fare prima i Lep entro 6 mesi". Peccato si tratti di una scatola vuota, come raccontano le carte. "Si declinano i Lep come un passaggio burocratico da chiudere in fretta - analizza da Svimez Luca Bianchi - Mentre l'assenza di una copertura finanziaria vanifica l'obiettivo di erogare prestazioni laddove esse non ci sono o sono sottodimensionate. A meno di non pensare che si voglia contrarre la spesa storica per le regioni con maggiore offerta di servizi". Colpisce il raffronto con la finanziaria dell'anno scorso. "Nella legge di bilancio 2022 - continua l'economista - in cui si introducevano norme sulla definizione dei Lep, si prevedeva una copertura crescente, fino a 1,1 miliardi di euro nel 2027". Risorse di cui non c'è ombra, stavolta, nell'idea di Autonomia pensata dai caterpillar.
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