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Legge Gelmini un assist ai più ricchi Ministra Carfagna, il Sud va difeso
di Massimo Villone da la Repubblica Napoli del 9/6/2022
Bene ha fatto questo giornale ad aprire un punto di osservazione ravvicinato sull'Autonomia differenziata (Ad). Da precedenti esternazioni della ministra Gelmini (e del presidente veneto Zaia) già sappiamo che gli accordi sono fatti (con chi, e su che?), e che l'obiettivo è andare in Consiglio dei ministri per una formale presa d'atto, e poi in aula per una altrettanto formale alzata di mano. La ministra Carfagna su queste pagine vorrebbe correggere la rotta. Afferma il principio che l'Ad non deve aumentare o cristallizzare il divario Nord-Sud. Per evitarlo bisogna che le risorse giungano al Sud non sulla base della spesa storica, «che ha alimentato divari e disuguaglianze in questi anni, ma sulla base dei fabbisogni e dei livelli essenziali delle prestazioni». Non potremmo essere più d'accordo. Peccato che la legge-quadro Gelmini dica il contrario. Infatti, non pone la definizione dei livelli essenziali (Lep) come condizione per l'attribuzione di maggiore autonomia alle regioni richiedenti. Intanto si parte, e per i Lep si vedrà poi. Anche questo punto ci era stato anticipato dalla stampa veneta. La stessa Carfagna segnala poi la debolezza della sua posizione laddove ricorda che i Lep sono stati stabiliti, con fatica non lieve, per asili nido, trasporto scolastico degli studenti con disabilità e assistenti sociali. Con ogni rispetto, una goccia nel mare di intollerabili diseguaglianze. Ci aspettiamo che vada meglio per tutto il resto? Il problema dei Lep non è mai stato davvero affrontato da una ventina di anni a questa parte perché l'equilibrio di bilancio richiederebbe una redistribuzione radicale politicamente impraticabile. Non si possono tagliare i fondi per gli asili nido a Reggio Emilia per darli a Reggio Calabria. L'unica via è destinare una quota maggiore del margine di sviluppo del paese ai meno fortunati, e pian piano nel tempo chi sta indietro recupera, almeno in parte. Ma questo presuppone un tasso di crescita che l'Italia da tempo non vede. Tutto questo nell'ottimismo di maniera della ministra Carfagna non compare. Né la ministra si chiede se ci siano argini insuperabili all'Ad, asset che bisogna escludere dalla regionalizzazione perché strategici per l'unità del paese. La legge tace. Regionalizziamo o no le autostrade, le ferrovie, i porti, gli aeroporti, il lavoro? Faranno la fine della sanità? Avremo il Colosseo della Regione Lazio, o Pompei della Regione Campania, o gli Uffizi della Toscana? Regionalizziamo la scuola, che la commissione di studio istituita dalla Gelmini (commissione Cara vita) definisce in principio interamente devolvibile, pur sconsigliando di fatto lo spacchettamento per motivi di opportunità? Con l' Ad diventano difficili o impossibili le politiche nazionali incisive necessarie per riportare il paese a una crescita sostenuta, ripartire con il Sud come secondo motore del paese, e aprire lo spazio per una effettiva riduzione dei divari territoriali. E come si concilia l'Ad con una attuazione del Pnrr che ha visto polemiche sulla effettiva idoneità a realizzare gli obiettivi di coesione sociale e territoriali posti dall'Europa? Anche su questo la legge quadro non aiuta. Un altro punto debole della legge-quadro è l'emarginazione del parlamento, che la ministra Carfagna nemmeno menziona ed è invece bene sottolineata dal senatore Presutto. L'unico passaggio è un parere non vincolante della commissione bicamerale per le questioni regionali. Le scelte rimangono affidate a una trattativa (privata?) tra governo e singola regione, sia sulle funzioni da trasferire che sul finanziamento delle stesse, tra l'altro riferito anche ai "tributi erariali maturati sul territorio". Un assist ai più ricchi. Le assemblee poi votano senza poter emendare. Ha ragione Presutto, quando sospetta di incostituzionalità il procedimento di formazione delle intese disegnato dalla legge-quadro. Ed è questo il modello che la Gelmini vorrebbe adottare per giungere a una approvazione in prima lettura prima dell'estate. Quanta fretta. Un tentativo di colpo di mano? De Luca prende posizione contro. Vedremo di capire quali motivazioni adduce, e quali obiettivi persegue. Intanto, dovrà fare di più e meglio la ministra Carfagna. Mentre speriamo che Presutto porti MSS a una maggiore consapevolezza collettiva dell'importanza del Sud per l'esistenza in vita del Movimento. Per parte nostra, possiamo aiutare tutti i protagonisti con una iniziativa per una riforma mirata e ragionata degli artt. 116 e 117 della Costituzione - che prenderemo a breve - per la difesa della Repubblica una e indivisibile.
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