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Da Sala a Gelmini la strada del Sud è tutta in salita
di Massimo Villone da la Repubblica Napoli del 12/2/2022
«Ci candidiamo, qualora ci siano realtà non in grado di garantire la possibilità di investire nei tempi corretti, a utilizzare i residui che ci saranno». Parla il sindaco di Milano Sala, al tour per la presentazione del Pnrr, il 13 dicembre scorso. È dunque solo un remake il fuori onda con il governatore Fontana che oggi scatena nuove polemiche. A Sala prudono proprio le mani, a vedere tanti quattrini prendere la strada del Sud. Ai rimbrotti, in verità assai blandi, della ministra Carfagna il sindaco risponde con un imbarazzato post su Facebook, in cui cerca di recuperare il politically correct. Non contesta il 40% al Sud, ma «quello che, invece, a mio avviso si può discutere è che sul restante 60% i bandi a volte funzionano con parametri che tendono ancora a favorire le aree più arretrate. Per cui è certo che alla fine al Sud andranno più del 40% delle risorse». Diamine, qui si esagera. E non è banale che il fuorionda sul troppo Sud si svolga tra un governatore leghista e un sindaco di centrosinistra. Per il Sud la strada verso le risorse Pnrr è piena di buche, scavate da soggetti di ogni colore e caratura politica. Una prima buca l'abbiamo trovata con gli asili nido, e il noto bando in cui l'attribuzione di punteggio al cofinanziamento aveva portato Milano a sconfiggere valorosamente Venafro. E poi scoppiato il caso della conta dei bambini, che ha anticipato per il Sud lo spopolamento futuro. Meno bambini, meno asili, meno soldi. Abbiamo avuto il caso dei fondi per la rigenerazione urbana, che per l'applicazione di un criterio di deprivazione sociale erano stati assegnati in misura (giustamente) prevalente a comuni del Mezzogiorno, e non solo. I comuni di Lombardia e Veneto, che con la deprivazione sociale hanno poco o nulla a che fare, si sono indignati. La virtuosa protesta ha trovato un ascolto bipartisan, che ha prodotto velocemente una mancetta fuori sacco - per quanto sappiamo - di 900 milioni agli esclusi. Ancora, le università meridionali hanno visto scomparire, in un balletto di carte ministeriali, circa 80 milioni di un finanziamento già assegnato a una Linea Sud per progetti di ricerca di rilevante interesse nazionale. Non facciamoci illusioni. Quando si tratta di quattrini si va in campo con il coltello tra i denti. Non trovo censurabile l'amministratore o il politico che difende i suoi elettori. Fa il suo mestiere. Ritengo invece censurabile quello che non sa, o non vuole per calcolo, difendere i propri. È sbagliato il buonismo politico-istituzionale di Manfredi, che non legge nelle parole di Sala un pregiudizio antimeridionale. Il pregiudizio c'è, ed è lo stesso sotteso alle analisi di economisti di grido come Giovanardi e Stevanato: il Sud è un buco nero in cui le risorse pubbliche saranno bruciate per l'incapacità di spendere in maniera corretta, tempestiva, efficace. Le risorse europee sono a rischio se destinate al Sud. Meglio concentrarle sul Nord, che sa e può metterle a frutto. È l'antico mantra della locomotiva del Nord. La ministra Carfagna risponde con l'immagine del Sud come secondo motore del paese. Ma ne percepiamo l'affanno, se conclude le sue risposte con un mite "parliamone". La tesi di Sala/Fontana andrebbe duramente contestata con i numeri che la Svimez da tempo ha messo in campo sulla caduta verticale delle prime della classe del nostro Nord, a partire da Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna, nelle classifiche territoriali europee. La locomotiva del Nord ci ha già portato tutti al deposito della stagnazione. Il Pnrr non sta partendo bene per il Sud. La debolezza delle strutture amministrative è reale, e deve essere oggetto di immediata attenzione. Mentre preoccupa il riavvio del circo dell'autonomia differenziata. In più occasioni la ministra Gelmini ha comunicato che la trattativa è a buon punto. Come è ormai tradizione, tutto è coperto dal segreto. Chi tratta con chi, in quali sedi, e su cosa? Solo dalla stampa locale del Nord si trae ogni tanto qualche frammento di informazione. Perché dai parlamentari del Sud non parte una raffica di interrogazioni e interpellanze per sapere cosa accade? Possibile che un De Luca si preoccupi tanto di mascherine a go-go e chiusure scolastiche, e non dica una parola quando il suo pari Zaia prospetta un accordo sulle risorse in regime di autonomia differenziata tale da consentire sul di più che gli avanza l'elargizione di piccole mance al parente povero di Santa Lucia?
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