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De Luca, Campania isolata politicamente
di Massimo Villone da la Repubblica Napoli del 11/1/2022
Con apprezzabile rapidità il Tar Campania si è pronunciato sull’ordinanza del presidente De Luca che rinviava in Campania al 29 gennaio la riapertura in presenza di scuole materne, elementari e medie. Sospendendo l’efficacia del provvedimento e rinviando il merito all’ 8 febbraio, ha sostanzialmente chiuso la vicenda. Il Tar rileva il palese contrasto del provvedimento regionale con le scelte politiche operate a livello di legislazione primaria, con un impatto evidente sull’uniforme applicazione delle norme su servizi come quello scolastico. Le ordinanze contingibili e urgenti si giustificano non solo per l’emergenza, ma anche per la mancanza di normativa specificamente applicabile, che invece nel caso era posta, e in dettaglio. Mentre la possibilità di deroga era limitata a casi specifici e in zona rossa. La pronuncia del Tar era ampiamente prevedibile, e va condivisa. Non c’è dubbio che la posizione assunta dal governo nazionale sul tema della scuola può essere criticata quanto alla effettiva praticabilità. Le difficoltà esistono, e vanno affrontate. Ma non è questo il punto. Il problema è se per un servizio come quello scolastico e un diritto fondamentale come l’istruzione abbia senso una regolamentazione che per la singola regione sia in netto contrasto rispetto a quella applicabile nel resto del paese. Ha senso opporre confini locali a un virus che ha scavalcato montagne ed oceani? Che nel contesto di una pandemia l’autonomia regionale sia cedente lo riconosce anche la Corte costituzionale (sentenza 37/ 2021, su una legge della Valle d’Aosta, regione a statuto speciale). Tali confini possono ben essere il prodotto di una politica che si illude, e al tempo stesso produrre isolamento politico e discriminazioni a carico di diritti fondamentali. Certo, l’ordinanza di De Luca ha portato la Campania sulle prime pagine dei giornali nazionali. È un onore assai dubbio. Il personaggio politico può anche ritenere di trarre comunque un vantaggio dall’esposizione mediatica, quale che sia. Ma il principio non si traduce in una maggiore capacità di far valere le ragioni del territorio. Lo abbiamo già visto con l’ex sindaco de Magistris, che teorizzando una sorta di autonomia municipale ha in realtà condotto a un sostanziale isolamento di Napoli in un contesto nazionale, dal quale era invece indispensabile ottenere attenzione e supporto. Bene si n’è accorto il suo successore Manfredi. Lo stesso vale per la regione. Non è la prima volta che De Luca si prospetta come difensore speciale dei cittadini campani. Ricordiamo, nella prima fase della pandemia, la tentazione di chiudere i confini regionali nei confronti di cittadini provenienti da altre regioni. Anche in quel caso era palese la violazione di inequivoci principi costituzionali. Sarebbe bene che tanta voglia di protagonismo trovasse una più adeguata sede di applicazione. Le istituzioni meridionali nell’immediato futuro trovano l’occasione del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Sono chiari e molteplici i segnali che manca il progetto strategico di un paese nuovo in cui il Mezzogiorno trovi l’occasione di un rilancio non effimero. La Campania ben potrebbe cercare un ruolo di protagonista nella costruzione di uno schieramento meridionale unito da un comune interesse. Non è sbagliato assumere una posizione dialettica nella politica nazionale, per far valere le proprie ragioni. È sbagliato assumerla in modo tale da condurre all’isolamento. Da questo punto di vista la pronuncia del Tar certifica l’errore politico oltre all’illegittimità dell’atto. Non conta soltanto che ci sia stata la violazione del decreto- legge1/ 2022 del 5 gennaio, e del criterio della deroga solo in zona rossa che risale al decreto- legge 111/ 2021. Pesa di più la incapacità di far valere con efficacia le proprie ragioni, per la scelta sbagliata dei terreni sui quali farle valere. Draghi nella sua conferenza stampa di lunedì ha detto che la scuola è fondamentale per la nostra democrazia, sottolineando le diseguaglianze Nord Sud esaltate dalla didattica a distanza. Su scuola e sanità ha ragione. È l’occasione perché il Sud, con la Campania in prima linea, gli chieda di affrontare con pari forza il problema dell’eguaglianza.
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