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Pnrr, le deboli proposte dei candidati sindaco
di Massimo Villone da la Repubblica Napoli del 12/9/2021
Il voto amministrativo si avvicina. Dopo le polemiche sulle liste, sui cambi di casacca, sugli impresentabili, assistiamo ora alla usuale coda di battaglie legali. Non mancano anatemi, insulti, e miasmi di cattiva politica. Dalla folla di candidati viene un fiume di parole e di promesse. È un grande circo, in cui si è già avviato lo show di De Luca. Dopo Salerno, anche per Napoli ha lanciato la sua idea della città del futuro. Una attenzione accolta con qualche freddezza da Manfredi, che ovviamente non vuole apparire telecomandato dal governatore. Catello Maresca attacca la sponsorizzazione deluchiana di Manfredi, e parla di collaborazione istituzionale. Certo - chiunque sia eletto - dalle febbriciattole pre-elettorali non deve partire un remake dell'assurda querelle che ha contrapposto De Luca e De Magistris. Non possiamo permettercelo. Questo voto amministrativo ha una valenza speciale. La sindacatura coinciderà con l'attuazione del Piano di ripresa e resilienza (Pnrr). Non è solo questione di soldi, o di recitare un copione già scritto nei dettagli. Molto dipenderà dalla capacità di partecipare all'attuazione del piano e di orientarla. Un'occasione da non perdere per chi vuole davvero cambiare il fu turo della città. Questo giornale ha sollecitato proposte ai candidati. Ne sono pervenute, molte da apprezzare e condividere, sul sociale, sulle scuole, sul turismo, sulla cultura, sui trasporti, su Bagnoli e Napoli Est, sulla manutenzione urbana, sulla tutela dell'ambiente e altro ancora. Nell'insieme, disegnano il nucleo fondativo di una buona amministrazione. Ma forse hanno un limite: sono in larga misura normali proposte di una normale campagna elettorale, che avremmo potuto sentire e magari abbiamo già sentito in precedenti tornate. Mentre si avvicina un passaggio che normale non è. Lo provano, tra l'altro, le statistiche sull'impatto della pandemia. Basta a titolo di esempio prendere l'ultima, sull'aumento delle diseguaglianze educative in danno del Sud di cui questo giornale ha dato notizia. Se io fossi un candidato sindaco - con possibilità di vittoria - nella terza città d'Italia, metterei una testa pensante tra i miei collaboratori e sostenitori a scavare a fondo nel corposo faldone del Pnrr, per vedere quali progetti, con quali finanziamenti, e quale tempistica, possono interessare la città. Metterei un altro a studiare i progetti di interesse per l'area metropolitana, la regione, il Sud, e un altro ancora a individuare i livelli e le modalità di presenza, partecipazione, proposte utilizzabili. Uno a pensare l'organizzazione amministrativa di supporto. Chiederei infine al mio consulente politico di definire un quadro di rapporti e di contatti con le istituzioni, i soggetti politici e i corpi sociali potenzialmente interessati a una strategia condivisa nell'attuazione del Pnrr. Come fare rete e inserirsi nel flusso di cambiamento generato dalla pandemia e dal Pnrr è la domanda essenziale che oggi si pone. Ad esempio Sala, in corsa per la ricandidatura a sindaco, propone per Milano un regime speciale per il rilancio post-pandemia (come riporta "Milano Finanza", 3 settembre). Ancor più nettamente Zaia e Fontana (Veneto e Lombardia), concordano sull'autonomia differenziata «di avviare immediatamente il confronto tecnico fra le delegazioni trattanti delle due Regioni al fine di predisporre un documento comune con cui andare al prossimo confronto col governo». Fontana, in specie, attacca il documento - mai reso pubblico - della commissione ad hoc istituita dalla ministra Gelmini ("Il Gazzettino", 9 settembre). Ma i due governatori apprezzano la disponibilità della Gelmini. La ministra confida «di avere presto buone notizie ... stiamo lavorando per aprire ad un tavolo diretto con i governatori coinvolti». Addirittura promette la legge-quadro già di Boccia entro settembre. Mentre Zaia in versione elmetto e tuta mimetica avverte: «È un obiettivo irrinunciabile perché il rispetto della volontà del nostro popolo non è un valore negoziabile» ("Il Mattino di Padova", 10 settembre). E la volontà del restante popolo italiano? Che la Gelmini fosse la quinta colonna del separatismo nordista lo sospettavamo. Ora, la conferma. Poteva mai esserne inconsapevole Draghi nel nominarla? Di una cosa siamo certi: In simili scenari le idee e proposte di ieri - dei candidati a sindaco o di De Luca - possono ben essere in sé apprezzabili, ma non garantiscono il domani. Rischiamo di trovarci in una sceneggiata come quella del tabaccaio e del Gratta e vinci, ma in una versione corretta: il Gratta e perdi. Qualcuno gratta, e noi perdiamo.
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