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Dem e 5 Stelle progetti ignoti per Napoli e Sud
di Massimo Villone da la Repubblica Napoli del 26/8/2021
È stridente il contrasto tra le giuste sollecitazioni poste dall'editoriale di Ottavio Ragone del 15 agosto, e la quotidianità della politica e delle istituzioni napoletane. L'amministrazione cittadina si sfarina progressivamente, con abbandoni e candidature in questa o quella cordata. Il sindaco rimane in Calabria. La politica è assorbita nella rissa sulle candidature. Il tutto mentre si avvertono nel territorio i primi effetti dei drammatici eventi in Afghanistan. Sui temi sollevati da Ragone, il silenzio. Ci prova Paolo Siani, deputato Pd, il 24 agosto. Sollecita il fare squadra con altre città, ed è giusto. Ma gli esempi che fa - card unica per i musei, le Catacombe di San Gennaro come esempio virtuoso - pur apprezzabili, sono lontani dall'essere un progetto strategico. Per gli asili nido, che richiama, dovrebbe sapere che le prime mosse non fanno sperare che il Sud possa almeno avvicinare il 33% di posti disponibili raggiunto da Bologna. E poi, dov'è il Pd? Abbiamo bisogno non di esternazioni autorevoli, o delle dichiarazioni estemporanee - magari via social - dei candidati in corsa per la poltrona di palazzo San Giacomo, ma del progetto consolidato di soggetti politici strutturati, radicati nel territorio, rappresentativi. Ovviamente, se ne esistono ancora. C'è assoluto bisogno di pensiero strategico. Lo riassumiamo in una domanda: vogliamo o no vedere nel Pnrr un punto di svolta per giungere a una riduzione strutturale del divario Nord-Sud, e al recupero dell'unità del paese aggredita da un trentennio a questa parte dal crescere di quel divario? Bisogna leggere il Pnrr in questa chiave. Non basta colluttare sulla quantità delle risorse assegnate al Sud, come pur meritevolmente hanno fatto anche 500 sindaci rivolgendosi a Palazzo Chigi. È decisivo come e per cosa si spende. Possiamo riempire le buche in diecimila strade, ripulire diecimila piazze, rifare le facciate di diecimila case senza avvicinare di un centimetro il Sud al Nord. Lo stesso vale per il reddito di cittadinanza, che pure è in sé cosa buona e giusta e può migliorare di qualche percento le classifiche della povertà assoluta e relativa nel Mezzogiorno. E ancora lo stesso in ampia misura può dirsi per i livelli essenziali delle prestazioni (Lep), sui quali peraltro incombe la mannaia della disponibilità di risorse pubbliche adeguate. Bisogna invece rilanciare il Sud come sistema produttivo, legato alla manifattura oltre che a turismo, cultura e qualche eccellenza agroalimentare. L'unico progetto strategico in campo - a mia conoscenza - è quello da tempo proposto dalla Svimez, sul Sud come seconda locomotiva del paese e piattaforma logistica in una prospettiva euromediterranea. Adriano Giannola ha in specie documentato il fallimento strategico della "locomotiva del nord" che trainerebbe l'Italia, a beneficio anche del Mezzogiorno. Al contrario, il Nord che appare in Italia vincente perde progressivamente posizioni in Europa. Il Centro si meridionalizza. E non c'è futuro per nessuno. Bisogna cambiare tavolo e partita. Per questo fa grave danno l'uscita di Conte sulla locomotiva milanese, censurata su queste pagine anche da Musella. I casi sono due. O Conte non sa dei contrasti sulla locomotiva del Nord e sulla affermata necessità di avviare un secondo motore nel Mezzogiorno, ed è colpevole di ignoranza. O lo sa, ed è colpevole al minimo di ipocrisia, o peggio. Ancor più rileva che all'uscita di Conte sia seguito il fragoroso silenzio - per quanto è dato sapere - di M5S del Sud. Capiamo la difficoltà di censurare un leader appena incoronato. Ma alla fine è l'ennesima occasione perduta, ed è difficile pensare che non vi siano danni, anche elettorali. Qui troviamo il legame con la competizione in atto per la carica di sindaco. Cosa dice l'alleato Pd? È essenziale capire che non si difende Napoli barricandosi dentro la cinta daziaria. Napoli vince o perde la partita con tutto il Mezzogiorno, sui porti, sulle infrastrutture per la mobilità, sulla rete, sulla frontiera avanzata della transizione energetica, sulle università. Il futuro sindaco della terza città d'Italia non può mancare nella partita sul rapporto Nord-Sud, soprattutto considerando che forze potenti dell'economia e della finanza, ben presenti nel governo e nei partiti, premono per rattoppare i danni prodotti dal Covid e riprendere i sentieri già noti. Certo la battaglia per conquistare Palazzo San Giacomo è difficile. Ma ben più aspra è quella di un Mezzogiorno che vuole rimanere in Italia e in Europa con piena dignità. E quella di Napoli se vuole esserne capitale.
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