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Sud, le scelte da fare in Europa
di Massimo Villone da la Repubblica Napoli del 21/6/2021
Le elezioni amministrative, soprattutto se coinvolgono città importanti, hanno sempre un rilievo politico generale. Il prossimo turno, in specie, può avere un impatto sulla variegata maggioranza di governo, sul prosieguo della legislatura e persino sull’elezione del prossimo presidente della Repubblica. Si comprende, dunque, che prenda tutta l’attenzione della politica e dei media. Ma altre vicende sono in corso, che peseranno moltissimo – e forse di più - sul paese. Il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) ha iniziato il suo viaggio in Europa, senza un decente dibattito in parlamento e un serio confronto pubblico sul ponderoso carteggio inviato conclusivamente a Bruxelles. Al tempo stesso, è pensiero – quasi – unanime che siamo a un passo decisivo per il futuro. Una domanda su tutte: e il Mezzogiorno? Il 16 giugno 2021 la ministra Carfagna in Commissione bicamerale per il federalismo fiscale si è mostrata ottimista e battagliera, per quanto riguarda la perequazione territoriale e i livelli essenziali delle prestazioni (Lep). Ma i dubbi rimangono. Li abbiamo approfonditi in un webinar del 16 giugno su “Il Sud per l’Italia e l’Europa. Un obiettivo strategico nel Pnrr?” organizzato dal Coordinamento per la democrazia costituzionale, con l’Osservatorio sul regionalismo differenziato della Federico II, e con la Svimez. In un confronto introdotto da me e dalla prof. De Minico, ordinaria di Diritto costituzionale nell’ateneo, abbiamo messo insieme Adriano Giannola, presidente Svimez, Gianfranco Viesti, economista, che ha da ultimo pubblicato un importante libro sulla questione meridionale (Centri e periferie, Laterza), e Marco Esposito, giornalista autore di due libri notissimi come Zero al Sud e Fake Sud. Abbiamo poi chiamato, quasi in veste di discussant, Vito Grassi, già presidente dell’Unione industriali di Napoli e ora responsabile Mezzogiorno di Confindustria, e Giuseppe Massafra, della segreteria Cgil con delega per il Mezzogiorno. Una radiografia non priva di ombre. Manca nel Pnrr una visione strategica del paese, e del Mezzogiorno in specie, all’uscita dalla crisi economica e sociale. Molto si parla di una Italia nuova e diversa, ma di certo potrebbe prevalere la riparazione e il ripristino dell’esistente. Cosa che sarebbe davvero in danno di tutto il paese, portato da politiche pluridecennali attente alla “locomotiva del Nord” a una stagnazione che sta accrescendo le distanze dello stesso Nord dall’Europa. Le cifre portate da Giannola sulla caduta delle nostre regioni forti nelle classifiche europee sono impietose e indiscutibili. Mentre rimane da capire il rapporto con le politiche ordinarie, è indispensabile aggiungere alla “locomotiva del Nord” una “locomotiva del Sud” che porti l’Italia e l’Europa verso il Mediterraneo. Sul punto, il recente Quaderno n. 65 della Svimez. La risposta del Pnrr è quanto meno dubbia, segnata dalla frammentazione, e da un orientamento forse dichiarato ma non comprovato verso il Mezzogiorno. Rimangono scelte politiche da fare per riempire di contenuti – per dirla con Viesti - scatole tuttora vuote. Tra l’altro, facendo progetti e bandi con amministrazioni meridionali spesso in condizioni comatose. Mentre, come segnala Esposito, suscitano preoccupazioni e perplessità i cd “progetti sponda”, preesistenti e rispolverati per l’occasione, censurati e dispregiativamente definiti “repackaging” anche dal parlamento europeo. Come preoccupano la incerta e talora falsa qualificazione degli interventi come “territorializzabili” o meno, e i primi passi su terreni già noti come il welfare comunale. Si dice quanti studenti negli asili-nido in Italia nel 2026 per raggiungere le medie europee. Ma quanti al Sud? I rappresentanti di Confindustria e Cgil hanno almeno in parte convenuto. Ma si richiede un impegno concreto, e bisognerà assicurare un monitoraggio civico sui contenuti da mettere nelle scatole del Pnrr. La strada da percorrere è lunga ed impervia. Un esempio. Ho chiesto la nuova carta di identità elettronica. Si fa online. Mi hanno dato appuntamento in municipalità alle 10.15 del 7 aprile 2022. 10 mesi. Come la mettiamo con la digitalizzazione, chiave essenziale del nostro futuro? Politica e istituzioni locali devono darsi una mossa. A partire da chi si candida, e ancor più da chi ci vorrebbe a tempo indeterminato in mascherina. Ma assicuriamoci anzitutto che non sia di Pulcinella. Con il minculpop di Santa Lucia non si sa mai. Il video degli interventi qui citati si trova sulla mia pagina Facebook o su www.coordinamentoperlademocraziacostituzionale.it.
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