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Convocato per il vaccino ma rispedito a casa
di Massimo Villone da la Repubblica Napoli del 20/4/2021
Lunedì 19 aprile 2021, Policlinico Universitario Federico II, edificio 15, punto di vaccinazione Covid. Raccontiamo una vicenda di ordinaria follia. Il fatto. 8 marzo 2021. Incluso dall'Ateneo - come professore emerito - in una lista di personale Universitario, inserisco i miei dati sulla piattaforma regionale, e ricevo conferma nella stessa data dell'avvenuto inserimento. Sarò convocato. Sembra al momento un trattamento di favore, perché la piattaforma è aperta solo per gli ultra-ottantenni, e con i miei 77 anni sono troppo giovane per affrontare la prova. Passano i giorni. 30 marzo 2021. Arriva dalla Regione la convocazione per il 19 aprile alle 11. Saranno passati ben 40 giorni dall'inserimento nella piattaforma. Ma nel frattempo si è alzato il polverone sulle preferenze accordate a taluni, e sta scoppiando il caso della famigerata categoria "altri", e dei furbetti del vaccino. Si avvia altresì il fai da te regionale, che apre una categoria nuova di violazioni dell'art. 3 Cost., che potremmo definire di discriminazioni vaccinali, per territorio, per età, o su categorie di incerta definizione come i caregivers. Bisogna pazientare e avere fede. Con il nuovo governo si vuole puntare sui vaccini e accelerare al massimo, guardando alle fasce di età. Tra le molte confuse notizie si sente dire che le vaccinazioni del personale Universitario sono sospese. Cerco di verificare se posso fare una nuova adesione in base all'età. Ma la piattaforma regionale mi rifiuta l'accesso. Sono prigioniero del software. Non ricevo alcuna sconvocazione. 19 aprile, ore 10.40. Vado al punto vaccinale nell'edificio 15. All'accettazione scopro che non sono nella lista del giorno. Non posso essere vaccinato. Protesto, chiedo di parlare con un responsabile, e vengo mandato al primo piano. Aspetto circa mezz'ora, seduto sulle scale fuori della porta d'ingresso. Entrano almeno cinque vaccinandi, palesemente più giovani di me. Tutti fragili? Finalmente arriva una gentile dottoressa, che mi fa entrare ma mi conferma il diniego di vaccinarmi, per la mia assenza nella lista. Insisto, perché mi pare impossibile che in una situazione così complessa che coinvolge un grandissimo numero di persone non ci sia una procedura di emergenza volta a recuperare possibili errori, mancate notifiche e così via. Niente da fare. Sarò riconvocato. Ovviamente, la responsabilità non cade sulle spalle della dottoressa. Esegue ordini. Come sempre, il problema è nel manico. 19 aprile, 11.43. Ultimo atto. Tornato a casa, controllo di nuovo la posta, per essere certo di non aver mancato la sconvocazione. Niente. Cerco ripetutamente di entrare nella piattaforma regionale di adesione, per eventuali segnalazioni. Mi viene dato un laconico messaggio: "impossibile completare l'operazione", senza ulteriori dettagli. Sono ancora prigioniero del software. Il diritto. Questa è una piccola vicenda personale, di per sé priva di impatto sul contesto generale. Ma la domanda è: quante piccole vicende si sono verificate e si stanno verificando nel paese, di cui solo una frazione emerge a visibilità? Si fa un gran parlare di una campagna di vaccinazione che decolla. Si sente di vaccinazioni fatte da medici di famiglia, in studio o persino a domicilio, presso farmacie, da dentisti, infermieri e altri ancora. Ma succede anche in Campania? Anche a Napoli? Anche al Policlinico della Federico II? Emerge quanto meno una sciatteria politica e gestionale, in una materia che dovrebbe essere sottratta ad ogni pur minimo sospetto, e a qualsiasi discriminazione. Si vorrebbe mettere ordine per fasce di età. Ottimo. Ma allora perché negare il vaccino a chi si trova nella giusta fascia di età ed è stato già convocato? Chi devo ringraziare per essere stato rinviato dopo 40 giorni a data da destinarsi mentre amici, colleghi, parenti e conoscenti della mia età o anche più giovani sono stati già vaccinati, o si stanno vaccinando in queste ore? Il rettore della Federico Il, per l'inserimento in una lista che si è volta a mio danno? Il governatore De Luca, che vuole occuparsi anzitutto di riaperture e di categorie economiche? Il dirigente dell'azienda ospedaliera, che ha sospeso tutti gli universitari senza tener conto di quelli che ricadevano nelle fasce di età comunque da vaccinare? P.Q.M. Una pandemia non si affronta con il fai da te locale e il piccolo cabotaggio. E non si sfugge alla sensazione che nel nostro paese con il Covid sia andato in scena non un dramma shakespeariano con Lawrence Olivier - come sarebbe stato necessario - ma una sceneggiata recitata dai Pulcinella.
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