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Autonomia rischio doppio per il Sud
di Massimo Villone da la Repubblica Napoli del 10/10/2020
Il 2 ottobre Galli e Gottardo, dell'Osservatorio dei conti pubblici italiani, con un saggio dal titolo "La mancata convergenza del Mezzogiorno: trasferimenti pubblici, investimenti e qualità delle istituzioni" firmano un duro attacco al Mezzogiorno. Che potrebbe passare inosservato perché l'emergenza sanitaria monopolizza l'attenzione, in specie con lo scenario - temutissimo nella prima fase della crisi - della discesa del virus al sud, con la Campania al momento in testa alla corsa. La migliore sintesi è nell'abstract del saggio: "Al Mezzogiorno - senza un recupero di efficienza delle istituzioni - incrementi anche consistenti dei trasferimenti correnti e in conto capitale hanno effetti molto modesti sul divario di reddito con il Centro-Nord. Massicci trasferimenti pubblici per investimenti, specie tra gli anni Sessanta egli anni Ottanta, hanno avuto effetti marginali e comunque non duraturi sui divari di reddito". Piuttosto, "hanno svolto un ruolo decisivo nella formazione del debito pubblico dell'Italia". Dunque per l'Italia il Mezzogiorno è come una pandemia da virus per cui non c'è vaccino. È la tesi di fondo del separatismo nordista tradotto nell'autonomia differenziata. Le risorse pubbliche non sono utilmente destinate al Sud,e nel caso si reca al paese un danno, non un beneficio. È tutta colpa del Sud, inefficiente, sprecone, clientelare, volto a succhiare il sangue del virtuoso Nord. Si lasci alla deriva senza rimpianti. Nella fase attuale l'argomento investe direttamente i fondi Ue - sui quali pesano anche le fibrillazioni delle ultime ore – quanto alla distribuzione territoriale. A Bari per la Fiera del Levante il premier Conte ha confermato l'attenzione del governo per il Sud. Ha affermato che l'Italia può tornare ad essere potenza economica e industriale ripartendo dal Sud. Ha visto nelle risorse Ue una "opportunità per ricucire il paese". Anche il ministro Gualtieri, in audizione il 15 settembre presso le commissioni riunite bilancio e finanze della Camera, ha richiamato l'obiettivo di “sciogliere nodi strutturali, disparità” e di "ricucire" fratture "sociali e territoriali". Galli e Gottardo sono la punta dell'iceberg di uno schieramento trasversale nell'Italia che conta, in rotta di collisione con un indirizzo di governo dichiarato. Si ripete la diffida a non governare contro il Nord, già da più patti notificata all'avvio del governo giallorosso. Eppure, ancora Gualtieri sottolinea come i paesi "che negli anni scorsi avevano alcuni fondamentali, a partire da quello del tasso di occupazione, bassi anche per l'impatto della precedente crisi, paesi quindi come l'Italia e la Spagna riceveranno un flusso di risorse di grande rilievo ... ". Riconosce così implicitamente che la misura delle risorse Ue destinata all'Italia è direttamente correlata al ritardo del Mezzogiorno. Possiamo dunque ritenere in principio giusto che il sud ne tragga un prevalente beneficio. Il campo di battaglia è definito. Da un lato, chi vuole investire le risorse Ue per ridurre il divano Nord-Sud e le diseguaglianze, facendo ripartire il secondo motore del paese; dall'altro, chi vuole riparare i danni prodotti dal Covid rilanciando la corsa della locomotiva del Nord. I luoghi comuni sul Mezzogiorno tali rimangono anche se rimpannucciati con grafici e tabelle. Lasciamo agli economisti la confutazione tecnica, e ai politici del Mezzogiorno la responsabilità di battersi in ogni sede per la terra che rappresentano o governano. Ma un punto vogliamo sottolinearlo. Fra gli argomenti posti da Galli e Gottardo pesa in specie la insufficiente capacità di spesa. Riversare risorse in un imbuto politico-amministrativo improduttivo di esiti sarebbe davvero un danno per il Mezzogiorno, e per il paese. Darebbe ragione a chi in Europa auspica un fallimento dell'Italia affinché le risorse assegnate prendano altre strade. Conte a Bari ha fatto riferimento a una struttura normativa dedicata per i progetti del Recovery. È una assoluta priorità costruire percorsi innovativi per realizzare gli obiettivi nei tempi previsti. Ed è su questo che deve da subito partire la riflessione di politici, amministratori, studiosi. L'emergenza sanitaria durerà alcuni mesi e poi finirà comunque, all'arrivo del vaccino. L'impatto sociale ed economico, pur determinato dalle scelte di oggi, durerà molto più a lungo se non adeguatamente contrastato. Per il Mezzogiorno potrebbe anche dimostrarsi irreversibile, in specie se consolidato da un'autonomia differenziata. Ad impedirlo non basteranno politici sceriffi, e ancor meno risse da cortile.
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