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Regionalismo, l'altra vittima del virus
di Massimo Villone da la Repubblica Napoli del 26/2/2020
C'è una vittima del coronavirus che non compare nei bollettini medici: è il regionalismo differenziato, e più in generale l'autonomia. Il contagio ha fatto fiorire una messe di provvedimenti regionali e locali, tanto da dare l'immagine che il paese affronti l'emergenza dando troppo spazio al fai da te. Così, apprendiamo che nei tribunali del Piemonte e della Valle d'Aosta i procedimenti che coinvolgono persone provenienti da zone della Lombardia e del Veneto considerate infette sono rinviati di almeno due mesi (quid juris per quelle di altra provenienza, ma coniugate con persone che ricadono nella tipologia anzidetta?). Alle medesime persone è vietato l'accesso agli uffici a Piacenza, Rimini,e -sembra- anche a Reggio Emilia. A Trieste e Pordenone le chiese sono aperte solo perla preghiera individuale,mentre a Torino si celebrano le messe con alcune precauzioni specifiche. A Vercelli funerali e matrimoni solo a porte chiuse. A Ischia alcuni sindaci hanno tentato di imporre la quarantena all'atto dello sbarco dai traghetti ai cittadini lombardi e veneti. Il prefetto ha saggiamente annullato. Si coglie talvolta la smania degli amministratori di essere in prima fila su un palcoscenico di massima visibilità. In questa particolare classifica la medaglia d'oro va a Fedriga, governatore del Friuli-Venezia Giulia, che ha colto l'occasione per disporre la quarantena per tutti gli immigrati irregolari che venissero rintracciati nel territorio regionale. Ovviamente, è un indirizzo che nulla ha a che fare con il virus e il contagio, perché la quarantena è a prescindere. Qualche stupore ci coglie per l'affermazione che la misura è stata concordata con il governo nazionale. Riflette la voglia del governatore del Friuli Venezia Giulia di fare il poliziotto della frontiera, che la Regione vuole già difendere con i droni e l'installazione di fototrappole tarate per rilevare la presenza umana piuttosto che quella di lupi e orsi. Segue in classifica il governatore della Basilicata Bardi: ha disposto la quarantena per chiunque entra nella regione venendo da Lombardia e Veneto. Dopo un incidente con un avvocato, cui è stato impedito l'accesso in tribunale, con il conseguente rinvio dell'udienza, l'ineffabile governatore ha precisato che l'ordinanza aveva ad oggetto non tutti i cittadini,ma solo gli studenti di ritorno a casa dalle zone presuntivamente infette. Così, lo studente universitario finisce in quarantena automatica. Il giovane della porta accanto, inserviente nella mensa in cui il primo ha libertà di tossire e starnutire, ha invece accesso libero e immediato. Ha ragione Conte quando nota che l'organizzazione del sistema sanitario è regionale, e dice che per garantire l'uniformità e l'efficacia dell'intervento si potrebbero ridurre i poteri dei governatori. Gli strumenti ci sono. Anzitutto, i principi fondamentali posti con legge dello Stato, che però potrebbero nella specie richiedere tempi lunghi. Sono disponibili, invece, nell'immediato, i poteri sostitutivi che l'articolo 120 della Costituzione attribuisce al governo nei confronti degli organi di regioni, province, comuni e città metropolitane, tra l'altro nel caso di "... pericolo grave per l'incolumità e la sicurezza pubblica, ovvero quando lo richiedono la tutela dell'Unità giuridica o dell'unità economica e in particolare la tutela dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali ...". Questo sembra essere esattamente il caso. L'articolo 120 della Costituzione ha ricevuto poi disposizioni attuative con l'articolo 8 della legge 5 giugno 2003, n.131, che disegna il procedimento da seguire, ma prevede anche la possibilità nei casi di assoluta urgenza, di adottare immediatamente, provvedimenti necessari". Non è dubbio quindi che il governo potrebbe correggere senza indugio iniziative sbagliate prese a livello regionale e locale, da governatori come da sindaci. La vicenda in atto ci offre un'anticipazione di quel che sarebbe in prospettiva l'Italia degli staterelli che Zaia, Fontana & co. vorrebbero per il futuro attraverso l'autonomia differenziata. Intanto, apprendiamo dal Corriere del Veneto del 25 febbraio che Zaia ha chiesto al governo fondi straordinari. Non perde occasione per tentare di ritagliarsi una fetta maggiore delle risorse comuni. Ma peggio è il lombardo Fontana, che ritiene offensive e irricevibili le parole di Conte sulla riduzione dei poteri. Fontana è quello che ama definire cialtrone chi non condivide la sua idea di autonomia differenziata. Prendiamo atto che nessun potere potrà mai sostituire l'intelligenza alla stupidità.
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