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Care Sardine, fermate l'autonomia differenziata
di Massimo Villone da la Repubblica Napoli del 14/2/2020
Il frastuono mediatico e politico intorno alla prescrizione, al voto su Salvini e al coronavirus ha praticamente obliterato notizie che avrebbero in altro momento meritato maggiore spazio. Tra queste, l'incontro delle Sardine con i ministri Provenzano e Boccia. È importante che le Sardine abbiano manifestato timori per il divario Nord-Sud, e contrarietà sull'autonomia differenziata. Sono infatti espressione di una attenzione civica non frenata dai condizionamenti posti alla politica ufficiale da equilibri da osservare e da contingenze come il voto in Emilia-Romagna, sull'autonomia al traino dei leghisti. Provenzano ha parlato del piano per il Sud, che giunge alla presentazione ufficiale. È una buona notizia, con tre punti deboli. Il primo è che un piano è solo una promessa che al più vincola chi la fa. Non c'è garanzia che un centro destra a trazione leghista vincente in futuro la manterrebbe. Il secondo è che l'attuazione di un piano-promessa è sempre inevitabilmente rebus sic stantibus. Quindi, è subordinata alla disponibilità concreta di risorse, al ciclo economico, allo stato della finanza pubblica. Il terzo punto è che, se dovesse il piano imperniarsi sul noto 34% delle risorse pubbliche al Sud, nella migliore delle ipotesi sanerebbe l'iniquità nella distribuzione territoriale in rapporto alla popolazione fin qui praticata a danno del Sud, ma non basterebbe a ridurre o cancellare il divario. Boccia insiste sulla sua proposta di legge-quadro, che - si dice - dovrebbe a breve approdare in consiglio dei ministri, con poche modeste modifiche essenzialmente volte a limature procedimentali. Qui le critiche sono molteplici. La prima, che non ha mai avuto una smentita sottoil profilo tecnico, è che la legge-quadro non può, perla sua natura di legge ordinaria, vincolare alla osservanza successive leggi di approvazione di intese perle singole regioni che recassero contenuti diversi o incompatibili. Una legge inutile. C'è dell'altro. Le Sardine dichiarano di aver ricevuto assicurazioni per cui il disegno di legge garantisce che sia il parlamento a decidere. Ma decidere cosa? La legge-quadro disegna procedimenti, e nulla dice – almeno nel testo fin qui noto – sui contenuti. Ad esempio, dispone come si definiscono i Lep (livelli essenziali delle prestazioni). Ma tace sui contenuti dei Lep, e sul dove si colloca l'asticella tra ciò che è prescritto sia uniforme, e ciò che può invece differenziarsi. Per guardare a un caso noto a tutti, gli asili nido entreranno o no nel paniere dei Lep, dal quale sono oggi esclusi? Su questo la legge-quadro non dice alcunché. Sarà o no affidata alla volontà del parlamento legislatore la scelta sulla inclusione nei Lep degli asili nido? Quando e come? Non lo sappiamo. E lo stesso vale per la refezione scolastica, il supporto ai disabili, i servizi per gli anziani, i1 trasporto locale e altro ancora. Inoltre, i Lep sono solo una faccia dell'autonomia differenziata. Ancora la scuola è un buon esempio. In teoria, si potrebbero ampliare i Lep fino a includere ogni aspetto dell'istruzione, in modo da garantire il massimo di equità sul pianoterritoriale. Ma questo non impedirebbe di per sé la regionalizzazione anche integrale dell'istruzione, inclusi i programmi di insegnamento e i ruoli regionali per docenti e dirigenti scolastici. La destinazione di risorse pubbliche è cosa diversa dall'organizzazione dei poteri pubblici. Anche su questo la legge quadro non dice alcunché. Passeranno o no alle regioni in tutto o in parte le strade, le autostrade, i porti, gli aeroporti, le ferrovie. I beni culturali, la previdenza integrativa, l'ambiente, il governo del territorio, la ricerca, la dichiarazione di equivalenza dei farmaci e altro ancora? Per quel che sappiamo, i governatori leghisti vogliono ancora tutto, e subito, mentre quelli del Sud rimangono subalterni e festeggiano con i resti. In sintesi, nella legge-quadro non si pone alcun argine all'Italia degli staterelli, né in prospettiva al separatismo nordista. Come, quando e chi lo porrà? La risposta non si trova nemmeno nel piano per il Sud. Un pacco di miliardi sull'istruzione è in sé cosa buona e giusta. Ma non impedirebbe una regionalizzazione integrale che alla fine favorisse il dirottamento di quei miliardi in più o meno larga misura verso la scuola privata. Quindi, care Sardine,l'affermazione che si farà tutto nell'ambito della Costituzione può essere pubblicità ingannevole. Siate sempre consapevoli che negli uffici pubblici e nei palazzi del potere vige il divieto di fumare, ma non quello di vendere fumo.
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