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Intervista a Massimo Villone - "Ma il ruolo della Corte costituzionale va definito con precisione"
di Massimo Villone da la Repubblica del 10/1/2019
Massimo Villone, professore emerito di diritto costituzionale all'Università Federico II di Napoli, come valuta il quorum al 25 % dei voti validi introdotto per il referendum propositivo? «Come un passo avanti. Ci voleva un quorum. Poteva essere uno mobile, calibrato sulla metà più uno dei votanti nelle ultime elezioni politiche, ma anche questa soluzione può andare». Sarà adottato anche per i referendum abrogativi. È favorevole? «Si, anche perché sarà più difficile affossare il referendum puntando sul fallimento del quorum». Quali sono i punti deboli che restano? «Va definito meglio il ruolo della Consulta. Se il testo presentato viene cambiato, si procede a un altro vaglio sulla ammissibilità? Si prevede, poi, di andare al ballottaggio tra il testo dei promotori e quello del Parlamento nel caso di modifiche. Ma cosa si intende esattamente per testo modificato? Bisognerebbe introdurre una verifica tecnica sulla diversità, come avviene ad esempio per il quesito referendario abrogativo nel caso di una legge sopravvenuta». Il referendum propositivo è un attacco alla democrazia rappresentativa? «No. Anche perché questa proposta è un'iniziativa legislativa popolare rafforzata, che si aggiunge a quella già prevista delle 50mila firme, e che può sfociare in un referendum propositivo soltanto se il Parlamento non la approva, o approva un testo modificato». Ma il ballottaggio popolo-Parlamento non è un colpo di piccone al parlamentarismo? «No, se il Parlamento è ampiamente rappresentativo, espresso da leggi elettorali non troppo distorsive, con deputati e senatori scelti dagli elettori e non nominati, liberi da vincolo di mandato. In Svizzera, dove questo modello si applica, in genere vince la proposta del Parlamento. Insomma: Parlamento forte, iniziativa popolare forte». Oggi il Parlamento è svuotato. Non è troppo ottimista? «Questa riforma è positiva se vista insieme a un rafforzamento delle assemblee elettive». Cosa aggiungerebbe alla riforma? «Semplificherei la raccolta di firme. Vige un sistema barocco che bisogna snellire».
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