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"Ero straniero", settantamila buone ragioni per rilanciare una battaglia di civiltà
di Huffingtonpost.it del 26/10/2017
Settantamila buone ragioni per rilanciare una battaglia di civiltà. Qual è quella legata alla campagna "Ero straniero-L'umanità che fa bene". Settantamila sono le firme raccolte a supporto della legge di iniziativa popolare che propone di cambiare politiche sull'immigrazione e superare la Bossi-Fini, promossa da Radicali Italiani ed Emma Bonino, Fondazione Casa della carità "Angelo Abriani", Acli, Arci, Asgi, Centro Astalli, Cnca, A Buon Diritto, Cild con il sostegno di centinaia di sindaci e di associazioni. Un traguardo che va ben oltre l'obiettivo delle 50.000 sottoscrizioni necessarie, in base alla Costituzione italiana, per portare la legge all'attenzione del Parlamento. "Un risultato straordinario - spiegano i promotori a Repubblica, domani depositeranno presso la Camera dei deputati le firme raccolte e certificate - che si deve soprattutto alle centinaia di militanti, attivisti e volontari che hanno trascorso gli ultimi sei mesi a raccogliere le firme nelle strade e nelle piazze d'Italia, spiegando ai cittadini le nostre proposte per cambiare le politiche sull'immigrazione attraverso l'accoglienza, il lavoro e l'inclusione. In un dibattito pubblico dominato dalla paura e dalla demagogia, il successo della campagna non era affatto scontato. Con 'Ero straniero', invece, abbiamo unito realtà diverse, laiche e cattoliche, realizzando un'iniziativa popolare e plurale. Abbiamo dato voce al paese che rifiuta la politica dei muri e crede che l'immigrazione possa essere un'opportunità. Grazie alle firme di decine di migliaia di cittadini abbiamo conquistato la possibilità di affermare nel Parlamento e nella società un racconto diverso sull'immigrazione e proporre soluzioni per governarla con regole certe: con legalità e umanità". Settantamila firme. Non era un risultato scontato. Perché necessitava di un grande sforzo organizzativo e perché voleva dire costruire iniziative in tutta Italia, convincere che i migranti non rubano lavoro, non portano malattie, non sottraggono risorse al paese... E che – piaccia o meno agli edificatori di muri e a quelli dall'espulsione facile – tra cinquant'anni (Rapporto Istat) un terzo della popolazione italiana sarà di origini straniere. La legge d'iniziativa popolare "Ero straniero - L'umanità che fa bene" prevede, in sintesi, l'apertura di canali legali e sicuri d'ingresso per lavoro nel nostro paese, la regolarizzazione su base individuale degli stranieri già radicati nel territorio, misure per l'inclusione sociale e lavorativa di richiedenti asilo e rifugiati, l'effettiva partecipazione alla vita democratica col voto amministrativo e l'abolizione del reato di clandestinità. La campagna ha ricevuto l'adesione di centinaia di personalità, di organizzazioni impegnate sul fronte dell'immigrazione, tra cui Fondazione Migrantes, Caritas italiana, Cgil, Altromercato, Federazione Chiese Evangeliche Italiane, Emergency e anche di Papa Francesco, che ha più volte espresso pubblicamente il proprio sostegno alla legge d'iniziativa popolare. Un "bagno" di democrazia diretta, partecipata, decisamente controcorrente rispetto alla "democrazia" da computer o smartphone, un clic e via. Banchetti e piazze versus la scelta digitalizzata. Dietro quelle 70mila firme c'è un mondo che non delega, che agisce nel sociale, che sa cosa significa essere dalla parte dei più indifesi. È il mondo delle Ong, dell'associazionismo che ha animato Roma sabato scorso, con la manifestazione contro il razzismo. Un mondo che sa unire idealità e concretezza, che concepisce le diversità come ricchezza e non come minaccia, che costruisce ponti di dialogo e prova ad abbattere muri di odio e di diffidenza. Un mondo che non cavalca la paura dell'"invasione" (inesistente) e tuttavia si pone il problema della sicurezza coniugandola, però, con il principio di legalità. "Ho testato assemblee molto partecipate ma che in parte sentivi avverse. E però alla fine se hai la pazienza e la voglia di far ragionare, non dico che cambino idee ma che comincino a pensare, questo sì. L'importante è dare l'imput, le informazioni diverse in modo che le persone possano poi farsi un'opinione. Se invece l'input è uno solo, fatto peraltro di stereotipi, di falsità... Il fatto è che tutte le volte che la politica annaspa, il metodo del capro espiatorio è il più facile, peccato che è anche il più inutile", aveva rimarcato Emma Bonino, instancabile promotrice della campagna, in una recente intervista all'Huffington Post, sottolineando come "legalizzare, regolamentare è anche un aiuto alla sicurezza". Quei 70mila hanno firmato un messaggio di speranza e d'inclusione, tanto più importante in tempi segnati dal prepotente risorgere della xenofobia e dell'antisemitismo. E non solo negli stadi.
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