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“Ma come fai a votare come casa pound?”
di Lidia Menapece
Che siamo dentro un periodo politicamente sismico, lo si vede ad occhio, dato che – come in genere gli eventi sismici – esso non muta lo stato di cose presenti, ma solo distrugge sul posto ciò che trova. E’ naturalmente una immagine approssimativa: ma per dare una risposta alla domanda: “ma come fai a votare nei referendum istituzionali come casa pound? “. Rispondo che, se Renzi ha voluto trasformare un referendum da esercizio della sovranità popolare in un plebiscito pro o contro il suo governo, non è colpa mia e devo cavarmela come meglio posso. Prima di tutto richiamando il referendum, “questo” referendum, alle sue peculiarità e poi togliendo spazio a casa pound, per esempio ricordando che la attuale Costituzione contiene un articolo che consente di agire politicamente contro qualsiasi tentativo di far rivivere il fascismo e ciò non può essere lasciato in ombra. Chi vota NO a questa pasticciata proposta di snaturare la Costituzione vota anche per mantenere l’impostazione antifascista della Costituzione stessa. E’ chiaro? no, non è chiaro, anzi suscita perplessità e dubbi, ma non si dissipano se non dicendo chiaramente NO a questo fine. E’ colpa di Renzi se facendo del referendum uno strumento per schierarsi pro o contro il suo governo obbliga a dire NO comunque, trovandosi a una decisione uguale a quella della sua opposizione di governo. Mi sono dilungata un po’ sulla questione perché è possibile che in futuro ci troviamo a simili impicci, chiamo sismico questo periodo per far capire che la politica cammina a zig zag e produce lotta greca e sindaci islamici a Londra, un candidato presidente negli USA che non vorrebbe nessuno dotato di un po’ di buon gusto. Sono segni della crisi irreversibile del capitalismo e indicano che ne dobbiamo uscire sia pure con calma e prudenza, ma anche tenacia e decisioni precise mirate a far arrivare al massimo la sua crisi e provocare la sua sconfitta politica con un progetto di “rivoluzione culturale”. Tuttavia ben più di questo compito é importante vincere l’astensionismo che da tempo semina indifferenza verso la cosa pubblica, ed esalta ciò che è privato. Non resisto alla tentazione di ricordare qui subito che gli antichi Greci chiamavano il privato “idiotes” nel senso di colui che occupandosi solo degli affari suoi (idia) diventa appunto idiotes, mentre solo chi si occupa anche degli affari pubblici diventa polites, cittadino. Ne parlerò, ma ora mi fermo qui esortandovi a fuggire dall’idiozia. Come voto al referendum? Annuncio che voto NO come Zagrebelski, Rodotà e altri noti costituzionalisti antifascisti.
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