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Non partecipare al voto referendario è di una gravità assoluta ......
di Alberto Lucarelli
Non partecipare al voto referendario è di una gravità assoluta, certamente ben maggiore rispetto alla decisione di non votare alle elezioni politiche o locali od anche al referendum costituzionale. Il motivo per cui non votare comporta conseguenze gravi sul piano della tutela dei diritti è semplice: l'astensione al referendum abrogativo può comportare, nel caso in cui non si raggiunga il quorum di partecipazione pari al 50% degli elettori, la non validità delle votazioni. In sostanza l'astensione non soltanto manifesta la volontà di non partecipare, ma altresì ha in sé una carica distruttiva ed impeditiva rispetto all'affermazione del diritto di voto di milioni di cittadini a prescindere dall'esito. E' dunque una pratica odiosa, codarda, meschina di chi non ha neppure il coraggio di esprimere la propria opinione, preferendo imbavagliare milioni di persone. La gravità ed inopportunità diventa illegittimità se l’inno all’astensione proviene da cittadini ai quali sono affidate funzioni pubbliche che, ai sensi dell’articolo 54 della Costituzione, hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore. E tra i primi doveri inderogabile di solidarietà politica vi è quello di rispettare i principi costituzionali, tra i quali, ovviamente, il supremo principio di favorire la partecipazione politica. Pertanto l'invito è di andare a votare per contribuire ad affermare la democrazia e dare un senso all'articolo 1 della Costituzione che afferma il principio della sovranità popolare, ovvero il principio secondo cui la democrazia non si esaurisce nelle pratiche svolte dal ceto politico ma ha bisogno della partecipazione dei cittadini e soprattutto degli istituti di democrazia diretta. E andando a votare, l'invito è votare SI. Nel merito: le piattaforme per la trivellazione soddisfano meno del 1% del fabbisogno nazionale di petrolio e il 3% di quello d gas, materie prime peraltro abbondanti e soprattutto molto inquinanti. Tutto ciò assolutamente anacronistico e fuori dai contesti internazionali e di molti altri Paesi. Occorre ricordare che all'ultima Conferenza ONU di Parigi sul clima 195 Paesi si sono impegnati a contrastare queste pratiche ed anche la Francia ha annunciato una moratoria sulle ricerche degli idrocarburi in mare, così come la Croazia. Per avere dunque anche nel nostro paese una politica energetica orientata al futuro, anche in grado di creare occupazione, il 17 aprile bisogna votare SI.
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